Il 30 gennaio Sam, un’insegnante di una scuola elementare nell’area di Boston, è entrata in classe e ha notato che un terzo degli studenti era assente. “Ho provato una tristezza infinita”, racconta. “L’immagine della luce del sole che si rifletteva sui banchi vuoti mi ha colpito profondamente”.

Il distretto scolastico in cui lavora Sam, a Framingham, è molto vario: per il 37 per cento degli studenti l’inglese non è la lingua madre. Ma il calo delle presenze in quell’istituto non è un caso isolato. Altri distretti dell’area metropolitana di Boston riferiscono una tendenza simile. Il motivo è che gli studenti sono spaventati dalle minacce dell’amministrazione Trump, che ha promesso di espellere milioni di immigrati senza documenti.

“I bambini mi chiedono di continuo: ‘Cosa faccio se torno a casa e i miei genitori non ci sono più?’”, racconta un’insegnante. Una professoressa di scienze delle medie ha raccontato che in alcune giornate “metà degli alunni erano assenti, perché si erano messi d’accordo per restare a casa”. Molti studenti – tra cui bambine e bambini brasiliani, haitiani e guatemaltechi – vivono con familiari che non hanno un permesso di soggiorno. Nell’ultima settimana di gennaio, quando su WhatsApp hanno cominciato a circolare messaggi sui pattugliamenti nella zona da parte degli agenti dell’Immigration and customs enforcement (Ice, l’agenzia responsabile del controllo delle frontiere), molti hanno avuto paura di uscire di casa.

I timori sono giustificati. Subito dopo l’insediamento, Trump ha cancellato una norma che limitava gli arresti dell’Ice nelle aree “delicate”, come i luoghi di culto, gli ospedali e le scuole, un messaggio chiaro ai migranti senza documenti: in nessun luogo possono ritenersi al sicuro.

L’amministrazione Trump sta attaccando la scuola pubblica in vari modi, dalla proposta di smantellare il dipartimento per l’istruzione al dirottamento dei fondi verso gli istituti privati fino alle minacce agli insegnanti che non si allineano alle posizioni ideologiche del presidente. Ma si parla meno di come il governo stia di fatto privando dell’istruzione i giovani più vulnerabili del paese. L’ossessione di Trump per la lotta contro l’immigrazione ha prodotto un’ansia diffusa, ondate di disinformazione e minacce di ronde punitive.

Non aprite la porta

A gennaio la procura generale del Massachusetts ha diffuso le linee guida sugli “obblighi di legge delle scuole” nella protezione degli studenti migranti e a garanzia del diritto all’istruzione pubblica. Inoltre ha indicato alle scuole le procedure da seguire quando l’Ice cerca di arrivare agli studenti, per esempio farsi dare un mandato firmato da un giudice e contattare il consulente legale del distretto. Molti distretti scolastici dello stato hanno inviato messaggi rassicuranti alle comunità e si sono rifiutati pubblicamente di collaborare o consegnare i registri degli studenti all’Ice. Ma qualcuno ha fatto notare che durante il primo mandato di Trump il più grande distretto scolastico dello stato, il Boston public schools, fu criticato per aver fornito i dati degli studenti al Boston regional intelligence center, un istituto che condivide le informazioni con le autorità federali che si occupano d’immigrazione.

I distretti e i singoli insegnanti stanno prendendo l’iniziativa per garantire la sicurezza degli studenti. Il Worcester
school district ha chiesto agli autisti degli scuolabus di non collaborare con l’Ice. Alcuni docenti riferiscono che i loro superiori gli stanno insegnando a distinguere tra l’Ice e le altre forze dell’ordine e a identificare il mandato specifico che un agente dell’Ice deve presentare per entrare in una scuola. Altri insegnanti stanno stampando cartoncini tascabili che spiegano alle famiglie che hanno diritto a non aprire la porta a un agente dell’Ice. Ma la situazione rischia comunque di provocare traumi permanenti. “La gente qui ha veramente paura”, spiega Sam. “I genitori parlano apertamente davanti ai figli della possibilità di lasciare il paese prima di essere arrestati. Quando gli studenti non si presentano all’appello ci accorgiamo dell’impatto di tutto questo”. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1603 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati