All’inizio dell’anno, oltre che iscriversi in palestra per smaltire gli eccessi, si fanno buoni propositi, per i quali serve fiducia nel futuro. Chi lamenta il declino dell’Europa nota che nel 2010 la dimensione dell’economia europea era comparabile a quella degli Stati Uniti, che invece oggi è più grande del 50 per cento.
Un inarrestabile declino europeo? No, spiega il Centre for european reform. Nel 2010 i prezzi sulle due sponde dell’Atlantico erano simili, mentre nel 2022 risultavano più alti del 47 per cento negli Stati Uniti. Quindi, se consideriamo il pil in parità di potere d’acquisto, cioè la quantità di beni e servizi prodotta invece del loro prezzo, l’economia europea è passata dal 97,1 per cento di quella statunitense nel 2010 al 95,6 per cento nel 2022. Una differenza minima.
Ma negli Stati Uniti la popolazione è aumentata più che in Europa. Quindi, se consideriamo il pil pro capite – cioè il pil diviso per il numero di abitanti – dal 2010 l’economia degli Stati Uniti è cresciuta del 18,7 per cento e quella dell’Unione europea del 16,3 per cento. Il dato europeo però è una media, tra paesi come la Polonia (+56,8 per cento) e l’Italia (+4,8). Come per i buoni propositi e l’iscrizione in palestra, quello che conta è sapere che non tutto è perduto. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1544 di Internazionale, a pagina 95. Compra questo numero | Abbonati