Al termine di un’indagine durata un anno, la Commissione europea ha imposto tariffe aggiuntive alle importazioni di auto elettriche fabbricate in Cina: fino al 38 per cento in più oltre al 10 per cento già in vigore, con soglie diverse per vari marchi.

I grandi produttori tedeschi erano contrari a questa ritorsione contro presunti sussidi illegittimi erogati da Pechino. Una parte delle auto cinesi importate nel mercato europeo è prodotta da aziende occidentali (come la Bmw o la Tesla). Inoltre, penalizzare la diffusione di modelli economici di auto a batteria renderà più lenta l’evoluzione di tutto il settore.

Nel primo trimestre del 2024 solo il 32 per cento delle esportazioni di auto elettriche cinesi era diretto in Europa, dieci punti in meno di un anno prima, anche in previsione dei rialzi delle tariffe. Nel frattempo sono aumentate le esportazioni verso il Brasile, la Corea del Sud e altri mercati asiatici (per esempio il Kirghizistan).

L’unico effetto positivo di questo protezionismo geopolitico è che la transizione energetica dei paesi emergenti potrebbe accelerare. Noi continueremo a pagare care le auto elettriche e ad avere troppi veicoli a benzina inquinanti sulle strade. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1568 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati