L’Argentina di Javier Milei è uscita dalla recessione con un rimbalzo: dopo nove mesi di cali pesanti, nel terzo trimestre del 2024 il pil è cresciuto del 3,9 per cento. Tagli alla spesa pubblica, al welfare, liberalizzazioni, fine del controllo dei prezzi: con un costo sociale elevato, ma la cura funziona.
La Francia, che vuole più pensioni, salari più alti, diritti acquisiti intangibili e sussidi alle aziende non competitive, è in una crisi politica permanente, con i titoli di stato a dieci anni che ormai rendono più di quelli greci (intorno al 3 per cento, comunque meno del 3,5 per cento di quelli italiani). La Grecia riformata e austera è uscita dagli anni della crisi e cresce al doppio della velocità del pachiderma francese.
La Russia di Vladimir Putin ha una economia di guerra sostenibile, con una spesa pubblica militare alta e l’inflazione sotto controllo, perché la sua banca centrale tiene tassi molto alti, quasi al 19 per cento, che frenano la crescita ma evitano la crisi valutaria.
Nessuna di queste politiche è popolare – controllo della spesa, liberalizzazioni, politiche monetarie restrittive – ma tutte sembrano funzionare bene. Prima o poi se ne accorgeranno anche gli elettori? ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1594 di Internazionale, a pagina 103. Compra questo numero | Abbonati