Elon Musk è celebrato come un genio della gestione aziendale, e per questo il presidente statunitense Donald Trump gli ha affidato il compito di distruggere e ricostruire lo stato federale. Musk sta usando i metodi applicati a Twitter, ora X: licenziare quanti più dipendenti possibile, chiedere ai superstiti ritmi di lavoro folli, e poi licenziarne altri ancora. Di Twitter, però, Musk ha distrutto prima la reputazione, eliminando quasi tutta la moderazione, e poi il modello di business, mettendo in fuga gli inserzionisti. Non è una storia di successo, finora.

A un paio d’anni dall’acquisizione nel 2022, le banche hanno finalmente piazzato ad alcuni investitori una parte del debito che aveva finanziato la scalata (13 miliardi dei 44 pagati da Musk). Perché? Visto il nuovo ruolo politico dell’imprenditore miliardario, gli investitori pensano che X possa fare qualche soldo in più e dunque il debito diventa un po’ meno rischioso.

L’idea che il social media possa ottenere ricavi consistenti con le spunte blu e gli abbonamenti è tutta da dimostrare. Però c’è almeno una caratteristica di X che ora promette ritorni interessanti: il conflitto d’interessi del suo proprietario, ed è su quello che gli investitori scommettono. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1603 di Internazionale, a pagina 121. Compra questo numero | Abbonati