Un oligarca della Silicon valley, forse l’uomo più ricco del mondo, offre il suo aiuto a un altro oligarca, l’uomo che tiene il dito sul pulsante della guerra nucleare in Russia. I due agiscono per proteggerci da noi stessi. Grazie a loro, il mondo viene salvato dall’Armageddon. Non è il riassunto di un romanzo distopico, ma uno scenario presentato “fedelmente” nella biografia di Elon Musk scritta da Walter Isaacson (Mondadori 2023). Anche se né Musk né il biografo sembrano attenersi a un’unica versione della storia, c’è un elemento incontestabile: in autunno il miliardario a capo di X (piattaforma un tempo nota come Twitter) si è rifiutato di estendere la copertura dei suoi satelliti Starlink per le forze armate ucraine. Musk l’ha fatto perché i russi (a volte dice “Putin”) gli hanno fatto presente che un attacco ucraino contro la penisola della Crimea, occupata dai russi, avrebbe provocato una risposta nucleare di Mosca. Naturalmente era una bugia. L’Ucraina ha condotto decine di operazioni in Crimea e, sembra assurdo doverlo ricordare, nessuna ha scatenato una guerra nucleare. Al contrario, quelle operazioni hanno favorito una de-escalation, perché hanno ridotto la capacità offensiva di Mosca.
Dato che sappiamo tutti qual è la realtà, nessuno avrebbe dovuto mettere per iscritto la tesi secondo cui Musk ha scongiurato una guerra atomica impedendo all’Ucraina di attaccare una nave russa ormeggiata nel suo territorio. Per sottolineare questa ovvietà, negli ultimi giorni l’esercito ucraino ha attaccato diverse navi russe. Il Cremlino ha risposto promettendo di ripararle. D’altronde i russi sanno di essere in guerra, e in una guerra il nemico può contrattaccare.
L’idea che Musk possa aver impedito l’escalation nucleare è una riproposizione della propaganda russa, il cui unico obiettivo è demoralizzare l’avversario
Dopo diciannove mesi di conflitto, la maggior parte degli osservatori ha capito che le minacce nucleari di Mosca sono solo un tentativo di spaventare Kiev e i suoi alleati per spingerli alla resa. L’idea che Musk possa aver impedito l’escalation militare è una riproposizione della propaganda russa, il cui unico obiettivo è demoralizzare l’avversario.
La verità è che le azioni di Musk hanno aumentato le possibilità di una guerra atomica. Un certo rischio esiste sempre, e Mosca l’aveva accennato scatenando la guerra. Poi l’Ucraina lo ha ridotto ignorando il ricatto nucleare di Putin. Se gli ucraini si fossero arresi, il messaggio per il resto del mondo sarebbe stato chiaro: è indispensabile avere armi atomiche, per ricattare o per evitare di essere ricattati. Gli ucraini hanno preso la loro decisione in un momento di enorme pressione, perché un’eventuale esplosione sarebbe avvenuta sul loro territorio. Musk, che non rischiava nulla, ha scelto invece di cedere al ricatto russo.
Inoltre l’attività dell’imprenditore statunitense sembra aver prolungato la guerra convenzionale. Dopo tre vittorie di peso ottenute sul campo, nel 2022 gli ucraini avevano la possibilità di mettere fine all’occupazione russa colpendo a sud. Per correttezza nei confronti di Musk bisogna ricordare che gli alleati occidentali non avevano inviato in tempo gli armamenti indispensabili agli ucraini, ma resta il fatto che senza le comunicazioni di Starlink qualsiasi avanzata dell’esercito di Kiev era impossibile. Così la Russia ha avuto il tempo di costruire fortificazioni e spargere mine che hanno reso più difficile la controffensiva di quest’anno. La settimana scorsa ho visitato un centro di riabilitazione a Kiev e ho parlato con alcuni soldati che erano rimasti mutilati. Quasi tutti erano stati feriti dalle mine e conoscevano qualcuno che era stato ucciso.
Musk ha peggiorato tutto quello che credeva di migliorare. Non si è più fermato, diffondendo la propaganda russa e avvicinandosi a condividere le posizioni fasciste di Putin. Negli ultimi giorni, in una gara a chi la spara più grossa, entrambi hanno dato la colpa dell’antisemitismo agli ebrei. Per la Russia sul campo di battaglia le cose non vanno bene, ma i responsabili della comunicazione di Musk possono dire di aver fatto la loro parte.
Gli oligarchi sono vigliacchi inclini a fantasticare fughe in Nuova Zelanda o su Marte o verso l’immortalità o qualsiasi altra cosa, lontani dalle scelte difficili che la gente comune deve compiere per superare crisi che loro fanno continuamente peggiorare. Anche la guerra di Putin nasce da una fantasia da oligarca, dall’idea assurda che l’Ucraina non esiste e che gli ucraini vogliono in realtà essere russi. Solo un multimiliardario può credere a queste sciocchezze. E quando tutto va male, ci sarà sempre un altro riccone pronto a offrire il suo aiuto sotto forma di una soluzione ancora più idiota. Esattamente quello che Musk ha fatto per Putin.
È difficile immaginare un’affermazione più pericolosa di quella secondo cui le persone come Musk e Putin sono eroi in grado di salvarci. La storia degli oligarchi superuomini è una finzione, ma nel mondo reale produce danni concreti. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1530 di Internazionale, a pagina 46. Compra questo numero | Abbonati