I negoziati per raggiungere un accordo commerciale tra il Mercosur, il mercato comune del Sudamerica, e l’Unione europea sono in corso da più di vent’anni.
Con le consultazioni tedesco-brasiliane, svolte a Berlino a inizio dicembre, sembrava che si potesse arrivare a una firma dell’accordo prima dell’insediamento del nuovo presidente argentino, il populista di destra Javier Milei. Ma non se ne farà nulla: il governo di Buenos Aires ha deciso di lasciare a Milei l’ultima parola. L’Ue dovrebbe cogliere l’occasione per fermarsi e riesaminare le conseguenze dell’accordo di massima raggiunto nel 2019 sulla foresta pluviale e sui diritti umani.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha giustamente sottolineato che il testo non tiene conto della protezione di clima e della biodiversità. Lo stesso governo tedesco aveva chiarito che, per essere approvato, il trattato tra il Mercosur e l’Ue doveva includere impegni vincolanti e realizzabili in materia di clima, diritti umani, lavoro e protezione delle foreste. Ora è il momento dei fatti. ◆ sk
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Questo articolo è uscito sul numero 1541 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati