I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana
la giornalista belga Vanja Luksic.
“La storia degli ebrei in Italia è antichissima: nessuna comunità in occidente ha una presenza così costante”, avverte Anna Foa, che ha insegnato storia moderna alla Sapienza di Roma. È certamente una delle ragioni per le quali in Italia la presenza degli ebrei non è mai stata percepita come un’inquietante invasione. Erano già a Roma prima dell’era cristiana. Non molto numerosi. Lo sono stati un po’ di più dopo l’assedio di Gerusalemme dell’anno 70. Poi, qualche secolo più tardi, quando certi papi volevano convertirli, la loro vita è diventata più difficile. Dal 500, la notte erano chiusi nel Ghetto, a Venezia, a Roma e in tante altre città. Il periodo migliore è stato il risorgimento. Il più buio, ovviamente, quello delle leggi razziali (1938-1945) e, nel Nord, gli anni dell’occupazione tedesca e della Repubblica di Salò (1943- 1945). La vita degli ebrei in Italia è dunque stata molto diversa nei periodi e nelle regioni. Ritroviamo nella loro storia tutta la complessità di quella italiana. Perché gli ebrei in Italia “non sono sefarditi né askenaziti, ma italiani”, spiega Anna Foa che ci racconta questa complicatissima storia come se fosse un appassionante romanzo. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1499 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati