Il 31 agosto, durante il suo primo viaggio a Manaus come candidato alla presidenza, Luiz Inácio Lula da Silva (Pt, sinistra) ha promesso delle soluzioni per proteggere la foresta tropicale più grande del mondo, soprattutto nelle terre indigene. In queste zone e nelle quilombolas, le comunità di afrodiscendenti, i conflitti sono esplosi durante il governo di Jair Bolsonaro. Lula ha detto che metterà fine allo sfruttamento illegale del sottosuolo (garimpo), ma non ha spiegato come farà a mandare via le migliaia di garimpeiros che lavorano illegalmente nella regione, dove si sovrappongono gli interessi di politici, imprenditori e commercianti, e quelli del narcotraffico. Lula ha promesso anche di creare un ministero dei popoli nativi e circoscrivere i territori indigeni. A proposito del clima di violenza nella regione, ha detto che chiederà aiuto ai paesi confinanti per rafforzare il controllo delle frontiere. “Nessuno di noi vuole trasformare l’Amazzonia in un santuario. Quello che ci interessa è approfittare della biodiversità per creare condizioni migliori di vita per i popoli che vivono non solo nella foresta brasiliana, ma anche nell’Amazzonia venezuelana e colombiana”, ha aggiunto.
Secondo l’esperto di questioni indigene Francisco Loebens, un altro problema fondamentale è la condizione delle popolazioni isolate. “La Fundação nacional do índio (Funai), l’agenzia del governo incaricata di proteggere i popoli nativi, non è nelle condizioni di lavorare, i suoi funzionari sono minacciati. La Funai riconosce solo 28 popolazioni isolate, invece sono più di cento. Corrono molti rischi e nessuno le protegge”. Quando Lula ha visitato l’Amazzonia, il numero di incendi nella foresta ha raggiunto un nuovo record rispetto al 2019. Ad agosto l’Instituto nacional de pesquisas espaciais ha registrato 30.073 focolai di incendi nella regione. Città come Novo Progresso e Altamira, nello stato del Pará, sono costantemente coperte di fumo. Anche a Manaus l’inquinamento è grave a causa delle fiamme. ◆ar
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Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 46. Compra questo numero | Abbonati