I test del dna hanno rivelato che nessuno dei 28 cadaveri ritrovati carbonizzati il 4 ottobre in tre fosse comuni vicino a Iguala, nel Messico sudorientale, appartiene ai 43 studenti scomparsi il 26 settembre in seguito ad alcuni scontri tra polizia e manifestanti. L’ha confermato il procuratore generale federale Jesús Murillo Karam. Sono ancora in corso gli esami sui corpi scoperti il 10 ottobre in altre quattro fosse comuni nella stessa zona.

Karam ha annunciato che sono stati arrestati altri 14 agenti della polizia locale accusati di aver consegnato gli studenti ai narcotrafficanti. In tutto 50 persone sono state arrestate nell’operazione condotta dalle forze federali nello stato di Guerrero per ritrovare gli studenti. Il 14 ottobre il presunto capo della gang locale Guerreros unidos, Benjamín Mondragón, è morto in uno scontro con gli agenti federali nel vicino stato di Morelos. Non è chiaro se Mondragón si sia suicidato per evitare la cattura.

Sono ancora ricercati il sindaco di Iguala, José Luis Abarca Velázquez, sua moglie Maria de los Angeles Pineda e il capo della sicurezza, scappati dopo la scomparsa dei ragazzi. Bbc

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