La corte suprema del Bangladesh ha confermato la condanna a morte di un leader del partito islamico Jamaat-e-Islami.

A maggio un tribunale speciale per i crimini di guerra aveva riconosciuto Mohammad Kamaruzzaman colpevole di genocidio e tortura durante la guerra d’indipendenza dal Pakistan nel 1971.

Kamaruzzaman, 62 anni, era l’assistente del segretario generale del partito. I suoi sostenitori hanno annunciato uno sciopero nazionale per protestare contro la condanna.

La sentenza della corte suprema arriva il giorno successivo alla condanna a morte per crimini di guerra dell’imprenditore Mir Quasem Ali, un’altra figura chiave di Jamaat-e-Islami.

Il 29 ottobre era stato condannato a morte anche il capo del partito, Motiur Rahman Nizami. Al Jazeera

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