Alcuni documenti processuali rivelati da Amnesty international denunciano che la compagnia petrolifera anglolandese Shell ha fatto ripetutamente affermazioni false riguardo la dimensione e l’impatto di due grandi fuoriuscite di petrolio avvenute a Bodo, nel sudest della Nigeria, nel novembre 2008.

In base ai documenti, la Shell sapeva da anni che i suoi impianti nel delta del fiume Niger erano obsoleti e difettosi. La compagnia ha ammesso che i dati sui danni provocati dalle due fuoriuscite erano stati falsificati.

Un’indagine interna condotta dalla Shell dopo il primo incidente a Bodo aveva assicurato che i barili di petrolio dispersi nell’ambiente erano 1.640. Una successiva valutazione indipendente, invece, ha dimostrato che erano più di centomila.

Secondo Amnesty international, l’obiettivo della Shell è di ridurre al minimo i risarcimenti che potrebbe essere costretta a pagare in seguito al processo che comincerà a maggio a Londra. La causa contro la compagnia è stata intentata da 15mila pescatori della zona di Bodo, i cui mezzi di sostentamento sono stati distrutti dalle fuoriuscite di petrolio. Amnesty international, The Guardian

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