Zacarias Moussaoui, un ex terrorista ritenuto responsabile degli attentati dell’11 settembre del 2001, ha dichiarato che alcuni esponenti della famiglia reale saudita hanno finanziato Al Qaeda alla fine degli anni novanta. I reali sauditi, ha aggiunto Moussaoui, avrebbero anche discusso con dei funzinari dell’ambasciata saudita a Washington un piano per abbattere l’Air Force One, l’aereo presidenziale, con un missile.

Le rivelazioni sono contenute in una testimonianza scritta dell’ex esponente di Al Qaeda e raccolta a fine ottobre da due avvocati nel carcere di massima sicurezza di Florence, in Colorado, dove sta scontando la pena dell’ergastolo. La testimonianza è emersa nell’ambito di una causa contro l’Arabia Saudita aperta su richiesta dei familiari delle vittime degli attentati dell’11 settembre.

In un comunicato diffuso il 2 febbraio, l’Arabia Saudita ha ricordato che la commissione d’inchiesta sull’11 settembre aveva già escluso questa ipotesi. “Moussaoui è un pazzo criminale. I suoi avvocati hanno dimostrato che è mentalmente instabile. Le sue parole non hanno credibilità”, hanno dichiarato le autorità saudite.

Zacarias Moussaoui, dichiarato mentalmente instabile da uno psicologo nel 2006, è stato condannato all’ergastolo per il suo ruolo negli attentati dell’11 settembre.

Negli anni scorsi sono emerse prove del fatto che alcune famiglie ricche dell’Arabia Saudita hanno finanziato Osama bin Laden e Al Qaeda prima degli attentati dell’11 settembre. Ma la reale entità del coinvolgimento saudita nelle operazioni di Al Qaeda, e in particolare negli attentati del 2001, non è stata mai accertata. The New York Times

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