Secondo le Nazioni Unite sono almeno quattromila le vittime del terremoto in Nepal, e sei milioni di persone sono state in qualche modo colpite dal sisma. Alcune aziende e associazioni hanno messo a disposizione la loro tecnologia per sostenere gli sforzi delle organizzazioni nel coordinamento degli aiuti.

  • L’associazione Humanitarian OpenStreet Map ha avviato una mappatura del Nepal per segnalare strade, luoghi residenziali e spazi aperti adatto per l’atterraggio di elicotteri, a cui si può partecipare se si hanno conoscenze di base del software Open Street Map. Nel sito sono elencati i “compiti” di cui i volontari digitali a distanza possono occuparsi e un tutorial, anche in italiano, mostra come utilizzare il programma.
  • La piattaforma Humanitarian Digital Exchange, lanciata dall’agenzia delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, ha l’obiettivo di aiutare le organizzazioni a caricare, analizzare e condividere dati che possono migliorare la loro capacità nell’individuare obiettivi a cui portare aiuti.
  • Google ha attivato Person Finder, un archivio in crowdsourcing che permette a chiunque di segnalare i nomi delle persone disperse o indicare se sono state ritrovate. Sono 5.800 le voci già inserite.
  • Già nella giornata di sabato 25 aprile Facebook ha lanciato il servizio Safety Check: gli utenti vengono aggiornati sullo stato di salute dei propri contatti nepalesi, che possono utilizzarlo per dare proprie notizie ad amici e familiari.

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