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La crisi siriana e il fragile cessate il fuoco in Ucraina sono stati al centro dei colloqui del segretario di stato statunitense John Kerry con il presidente russo Vladimir Putin e il suo capo della diplomazia, Sergej Lavrov oggi in Russia. L’incontro a Soči tra Kerry e Lavrov, il primo dall’inizio della crisi ucraina nel 2014, è durato quattro ore. Il responsabile della diplomazia di Washington è stato poi ricevuto da Putin nella sua residenza presidenziale nella cittadina sul Mar Nero, dove l’anno scorso si tennero i giochi olimpici invernali.

Dopo aver reso omaggio con una corona di fiori al memoriale della seconda guerra mondiale, Kerry ha voluto mettere alla prova la volontà di Putin sulla tregua in Ucraina tra i separatisti filorussi e l’esercito regolare. Ha voluto inoltre spingere Mosca ad appoggiare una soluzione politica di transizione in Siria, per porre fine alla guerra iniziata nel 2011. Fonti statunitensi hanno espresso l’auspicio che i recenti insuccessi militari dell’esercito del presidente Bashar al Assad possano essere un incentivo per Mosca a cooperare con gli Stati Uniti.

E nonostante i progressi fatti in materia di armi chimiche, resta ancora molto da fare, come hanno notato altre fonti del dipartimento di stato. Tra le questioni sul tavolo anche l’Iran: Kerry vuole convincere Mosca a non proseguire con il progetto di vendere un sistema missilistico alla Repubblica islamica, che aggirerebbe l’embargo sugli armamenti a Teheran. Gli Stati Uniti temono che i missili potrebbero rappresentare un ostacolo nelle trattative sul nucleare iraniano. La Russia è tra i paesi che stanno cercando di negoziare un accordo definitivo che limiti le ambizioni nucleari di Teheran.

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