Un poliziotto davanti a una barricata alzata durante una protesta contro il presidente Pierre Nkurunziza a Bujumbura. (Goran Tomasevic, Reuters/Contrasto)

Il presidente del Burundi Pierre Nkurunziza non è riuscito a rientrare nel suo paese, dopo il tentato colpo di stato organizzato dal generale Godefroid Nyombare, ex capo dei servizi segreti, rimosso dal suo incarico tre mesi fa. Anche se la presidenza ha negato che ci sia stato un colpo di stato, Nkurunziza è stato costretto a ritornare in Tanzania, dove stava partecipando a un vertice con altri rappresentanti dei paesi africani.

Intanto nella capitale, Bujumbura, c’è stato uno scontro a fuoco vicino alla sede della radio e della tv di stato.

L’esercito che è rimasto fedele al presidente Nkurunziza controlla ancora il palazzo presidenziale e la principale stazione radiofonica del paese. Il capo delle forze armate Prime Nyongabo ha dichiarato che il tentato colpo di stato annunciato da Godefroid Nyombare è stato fermato.

Ma ieri Nyombare aveva chiuso l’aeroporto del paese per impedire al presidente di rientrare in Burundi e aveva affermato in una trasmissione radiofonica trasmessa dalla radio privata Rpa, vicina all’opposizione, che “il presidente Nkurunziza è stato destituito”.

L’annuncio della candidatura per un terzo mandato di Nkurunziza il 25 aprile ha scatenato violente proteste che vanno avanti da giorni e rischiano di portare il Burundi alla guerra civile. Negli scontri tra manifestanti e polizia sono morte almeno 19 persone, inoltre almeno cinquantamila persone hanno lasciato il paese dall’inizio delle tensioni per sfuggire alla violenza.

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