Quasi 300mila persone sono attese a San Salvador per la cerimonia di beatificazione di Óscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo dei “senza voce” assassinato nel 1980 mentre stava celebrando la messa. Da giorni la capitale salvadoregna vive in un’atmosfera di festa, con il volto di Romero raffigurato su grandi manifesti esposti nelle vie principali della città.
La cerimonia, a cui parteciperanno sei cardinali, più di 100 arcivescovi e vescovi e quattro presidenti dell’America Latina (El Salvador, Honduras, Ecuador, Panama), inizierà alle 10 locali (18 in Italia). Sarà presieduta dal cardinale Angelo Amato, inviato speciale di papa Francesco e prefetto della Congregazione per le cause dei santi. Per garantire la sicurezza sono stati impegnati 3.700 uomini, tra poliziotti e soldati.
Circa quattromila persone, sia salvadoregni sia stranieri, hanno sfidato la pioggia venerdì 22 maggio in una processione in onore di Romero, l’arcivescovo che difendeva i poveri e denunciava la violenza della dittatura militare. Cantando inni e urlando “qui vive Romero, il santo d’America”, i pellegrini si sono riuniti attorno alla cattedrale della città, nella cui cripta sono conservati i resti dell’arcivescovo. L’assassino di Romero non è mai stato catturato, ma una commissione delle Nazioni Unite ha stabilito che il mandante del suo omicidio fu l’ufficiale militare e leader della destra Roberto D’Aubuisson, morto di cancro nel 1992.
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