Perché litigano. Centinaia di migranti sono rimasti bloccati negli ultimi giorni a Ventimiglia, per l’intensificarsi dei controlli da parte della polizia e della gendarmeria francesi. Dalla Francia volevano raggiungere la Germania, che però ha sospeso il trattato di Schengen dal 26 maggio al 15 giugno, nell’ambito dei protocolli di sicurezza previsti dal summit del G7. Un centinaio di persone si sono fermate sugli scogli vicino alla frontiera italofrancese nella località di Ponte San Ludovico e protestano con uno sciopero della fame. Altri profughi, tra cui donne e bambini, sono accampati in una sala d’aspetto della stazione di Ventimiglia. Secondo il ministero dell’interno francese, i controlli hanno permesso di fermare quasi 1.500 sans papiers nell’ultima settimana. Tra questi, circa 1.100 sarebbero stati riaccompagnati in Italia.

Cosa sostiene l’Italia. Fonti della polizia di frontiera hanno fatto notare che il controllo esercitato dai francesi 24 ore su 24 è una violazione degli articoli 20 e 21 del codice comunitario delle frontiere (Schengen). Le verifiche, si sottolinea da parte italiana, andrebbero effettuate solo a campione, mentre la Francia sta facendo un monitoraggio costante e continuo. È vero che i francesi non hanno sospeso Schengen – è l’argomento italiano – ma l’hanno violato schierando i gendarmi e bloccando nei fatti la frontiera di Ventimiglia.

Cosa sostiene la Francia. Le autorità francesi affermano che gli accordi di Schengen non sono mai stati sospesi e che il traffico autostradale e ferroviario tra i due paesi non è mai stato interrotto. La prefettura delle Alpes-Maritimes ha fatto notare che chiunque abbia il diritto di circolare nello spazio Schengen può continuare a farlo liberamente. La Francia insiste che sono ammessi il controllo e il riaccompagnamento alla frontiera italiana degli stranieri in situazione irregolare, sulla base degli accordi franco-italiani di Chambéry.

Le verifiche europee. Una portavoce ha annunciato che la Commissione europea sta verificando il rispetto delle norme comunitarie per quanto riguarda i controlli alle frontiere di Francia e Austria. “Ricordiamo che tutti devono rispettare Schengen e le regole del sistema di asilo europeo” che prevedono la registrazione dei migranti quando arrivano in un paese dell’Unione, hanno spiegato da Bruxelles. Il commissario europeo per la migrazione Dimitris Avramopoulos ha convocato per martedì 16 giugno a Bruxelles una riunione tra i ministri dell’interno di Italia, Francia e Germania, a margine del consiglio affari interni a Lussemburgo.

I trattati. Il trattato di Chambéry è stato siglato da Italia e Francia nel 1997 e prevede la restituzione degli immigrati irregolari al paese di provenienza. Gli accordi di Schengen stabiliscono invece l’abolizione dei controlli sistematici sulle persone alle frontiere interne dei paesi aderenti. Il trattato di Chambéry è stato firmato proprio con l’obiettivo di garantire che le regole di Schengen non compromettessero l’applicazione delle altre norme nazionali sui cittadini di paesi terzi, sottolineando in sostanza che la libera circolazione nell’area Schengen è una libertà molto relativa per chi non ha un passaporto europeo. In base al codice delle frontiere, esistono requisiti precisi per i cittadini di paesi terzi che chiedono di entrare in un paese europeo, come la dimostrazione di risorse sufficienti “sia per la durata e lo scopo del soggiorno previsto, sia per il ritorno nel paese di origine o per il transito verso un paese terzo nel quale è sicuro di essere ammesso”.

Il precedente. Nel 2011 il governo italiano approvò un decreto che concedeva un permesso temporaneo di soggiorno per motivi umanitari a tutte le persone extracomunitarie arrivate in Italia nei primi mesi dell’anno. Questo provvedimento mise sotto pressione le autorità di Parigi, perché molti dei tunisini sbarcati in Italia volevano trasferirsi proprio in territorio francese. Le autorità francesi decisero così, come oggi, di schierare polizia e gendarmi alla frontiera per bloccare gli ingressi di migranti.

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