Da Bruxelles arrivano reazioni alle decisioni che si prendono ad Atene. I ministri dell’economia dei 19 paesi con l’euro, al margine dell’Eurogruppo cominciato verso le 14, hanno criticato l’idea del premier greco Alexis Tsipras di convocare per il 5 luglio un referendum, che allungherebbe ancor di più i tempi di una trattativa che dura ormai da cinque mesi e sembrava alle battute finali. Hanno lasciato cadere frasi ai giornalisti, uno a uno, in modo non ufficiale certo, ma indicativo del clima teso che si è creato dopo che Tsipras respingesse come ricattatoria l’offerte della Commissione, della banca centrale europea e dell’Fmi di allungare gli aiuti fino a novembre in cambio di tagli alle pensioni e aumenti dell’iva.

Il greco Yanis Varoufakis e Jeroen Dijsselbloem , presidente dell’Eurogruppo. Bruxelles, 27 giugno 2015. (Yves Herman, Reuters/Contrasto)

Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo e responsabile del tesoro olandese, ha detto ad una giornalista di Euronews che è negativamente sorpreso dalla decisione sul referendum.

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Il corrispondente a Bruxelles della tedesca Zdf riferisce la frase del ministro Wolfgang Schäuble: “Il governo greco ha stroncato le trattative. Si assumerà le conseguenze”. Secondo Bloomberg è la posizione dell’esecutivo di Berlino.

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“Il referendum greco chiude la porta ad ogli ulteriore negoziato. Il piano b [il default] è l’unica opzione”, avrebbe detto il ministro finlandese Alexander Stubb, secondo il corrispondente del Guardian.

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