Il parlamento greco ha convocato un referendum sul piano di salvataggio proposto dai creditori internazionali per domenica 5 luglio. Entro la mezzanotte del 30 giugno Atene avrebbe dovuto ripagare il prestito da 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale
Il mio “insolito silenzio” degli ultimi giorni, come ha scritto qualcuno su Facebook, è dovuto al fatto che dal mio arrivo in Grecia per la campagna del no ho dormito poco e lavorato molto. Sono intervenuto a due manifestazioni (la stazione centrale di Atene e il palazzo della metropolitana). È stata una grande esperienza. In programma ci sono diversi interventi nella zona industriale di Moschato e un incontro pubblico a Petruopoli, alla periferia occidentale di Atene. Leggi
Nella sola giornata di ieri sui mercati finanziari sono stati “bruciati” più soldi di quelli che l’intera Grecia deve rimborsare alla comunità internazionale. Varrebbe la pena di riflettere su questo dato. Leggi
Il quotidiano greco Kathimerini scrive che il governo di Alexis Tsipras sta riconsiderando la proposta di ieri sera del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, inizialmente rifiutata.
Secondo Nick Malkoutzis, vicedirettore di Kathimerini, alcuni ministri del governo greco vorrebbero accettare la proposta della Commissione europea.
Dopo il crollo di ieri le borse europee hanno aperto in leggero calo. Pesano le preoccupazioni degli investitori per la crisi in Grecia, dove il primo ministro Alexis Tsipras ha chiesto di votare no al referendum che si terrà il 5 luglio. I leader di Italia, Francia e Germania hanno detto che il referendum è una consultazione sull’adesione della Grecia alla zona euro, mentre il governo di Tsipras ha ribadito che la Grecia non intende lasciare il tavolo delle trattative con i creditori e uscire dall’eurozona.
Almeno 17mila persone, in maggior parte sostenitori del partito al potere Syriza, manifestano ad Atene e a Salonicco a favore del no al referendum, denunciando il “ricatto dei creditori”: Unione europea e Fondo monetario internazionale (Fmi). Secondo la polizia, ci sono più di ottomila persone radunate a piazza Syntagma e al parlamento nel centro di Atene e quattromila a Salonicco, la seconda città della Grecia.
Dopo il fallimento dell’accordo tra Atene e i suoi creditori per trovare un’intesa sulle riforme che avrebbero dovuto fornire una garanzia per i prestiti futuri, i greci sono chiamati domenica 5 luglio a partecipare a un referendum per dire sì o no alle nuove misure di austerità proposte dai creditori.
È stato un lunedì nero per la borsa italiana e per le altre piazze azionarie europee, dopo lo strappo con la Grecia che si è consumato alla riunione dell’eurogruppo di sabato 27 giugno. I mercati hanno reagito male e con forti vendite, sia sull’azionario sia sul mercato dei bond, alla notizia del referendum greco, mentre l’euro ha resistito. Piazza Affari ha chiuso a -5,17 per cento, a 22.569,9492 punti, e l’All Share ha perso il 4,99 per cento, chiudendo a 24.074,9297 punti.
Negative anche le altre borse europee: a Londra l’Ftse 100 è arretrato dell’1,97 per cento a 6.620,48 punti; a Parigi il Cac 40 ha perso il 3,74 per cento a 4.869,82 punti, mentre a Francoforte il Dax è scivolato del 3,56 per cento a 11.083,20 punti. È andata male anche a Madrid, che ha ceduto il 4,43 per cento mentre la borsa di Atene resterà chiusa fino al 7 luglio prossimo.
Il differenziale tra i titoli di stato decennali italiani (btp) e i bund tedeschi si è attestato invece a 155 punti, in rialzo di 30 punti rispetto alla vigilia, dopo aver toccato anche i 200 punti nei primi cambi. A quel punto – come ha confermato Bloomberg – è intervenuta la Banca centrale europea con gli acquisti in linea col piano di quantitative easing.
Dopo l’interruzione delle trattative tra i creditori internazionali e le autorità greche, la Bce ha congelato fondi vitali alle banche greche, lasciando Atene senza altra scelta se non chiudere gli sportelli per evitare il collasso. Banche e borsa greche saranno chiuse per tutta la settimana, con un limite di 60 euro al giorno per il denaro contante ritirato ai bancomat.
Dopo quasi cinque mesi di trattative, Atene e i creditori non sono riusciti a intendersi sulle riforme che dovrebbero fornire una garanzia per i prestiti futuri, cominciando a risanare i conti pubblici greci. I punti più controversi riguardano le pensioni e l’aumento dell’Iva. Leggi
“Mi sento un po’ tradito”, ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, dopo la convocazione del referendum greco sul piano di salvataggio di Commissione, Banca centrale e Fondo monetario internazionale. Ecco quello che ha dichiarato in un’attesa conferenza stampa. Leggi
“Ho fatto tutto quello che potevo e non mi merito le critiche che mi stanno rivolgendo. Lo stesso vale per il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem”, ha detto Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, che sta tenendo una conferenza stampa a Bruxelles. Sono le sue prime parole dopo il fallimento delle trattative e la decisione di Atene di convocare un referendum per fare decidere ai greci se accettare l’ultima offerta dei creditori. Una scelta che la Commissione ha definito “unilaterale”.
“Per me l’uscita greca dall’euro non è mai stata e non sarà mai una opzione”, ma negli ultimi giorni “la drammatizzazione” delle trattative “ha preso il sopravvento sugli interesse di tutti”, ha avvertito Juncker.
Non so quanti di voi abbiano letto questo documento. È la proposta di intervento presentata dal premier greco Alexis Tspiras all’Eurogruppo qualche giorno fa e corretta con vari tagli e sottolineature in rosso da Christine Lagarde, Jeroen Dijsselbloem e altri. È un testo significativo. Segna una strategia che un premio Nobel per l’economia come Paul Krugman non si fa scrupolo a definire non solo ricattatoria ma semplicemente folle. Leggi
La borsa di Atene resterà chiusa fino al 7 luglio. Afp
Una settimana può essere molto lunga, e i paesi dell’eurozona faranno il possibile per convincere gli elettori greci che è nel loro interesse conservare la moneta unica. Leggi
Le principali borse europee hanno aperto in calo per i timori di un possibile dafault della Grecia.
Anche i mercati asiatici hanno risentito della crisi greca. La borsa di Tokyo ha chiuso con -2,9 per cento, mentre la borsa di Shanghai ha chiuso con un calo del 3,79 per cento.
Le banche e la borsa di Atene rimarranno chiuse oggi e fino al referendum, dopo il no dei creditori all’estensione del piano di aiuti alla Grecia oltre il 30 giugno e la fuga di liquidità che ne è conseguita. Lo ha annunciato il premier Alexis Tsipras alle 20 di ieri con un discorso di un minuto e mezzo trasmesso in tv. Da martedì sarà possibile ritirare dai bancomat al massimo 60 euro. Il 5 luglio, il parlamento greco ha convocato un referendum in cui si chiederà il parere dei cittadini sulle riforme richieste dai creditori per concedere il piano di aiuti.
Nel suo discorso alla tv greca Tsipras ha attaccato la Banca centrale europea e ha chiesto ai greci di rimanere calmi: i depositi sono al sicuro, le pensioni e gli stipendi verranno pagate. Tsipras accusa la Bce di aver suggerito alla banca centrale greca di chiudere banche e borsa. Se i partner dell’Eurozona vogliono, ha detto Tsipras, “possono dare alla Bce la libertà di ripristinare la liquidità delle banche anche stanotte stessa”.
I mercati asiatici hanno risentito dell’annuncio di Tsipras e dei timori che la Grecia esca dalla zona euro. In apertura Tokyo ha perso il 2,25 per cento, Sydney l’1,62 per cento, Seoul l’1,17 per cento, Taipei l’1,70 per cento e Hong Kong l’1,46 per cento.
La Grecia deve ripagare al Fondo monetario internazionale un prestito da 1,6 miliardi di euro, se non otterrà un prestito entro quel giorno entrerà in default e potrebbe uscire dall’unione monetaria dei 19 paesi europei. La decisione dell’Eurogruppo e della Banca centrale di non concedere più liquidità alla Grecia, “sono un tentativo di influenzare il processo democratico in Grecia”, ha detto Tsipras che ha annunciato di aver chiesto di nuovo una proroga del piano di aiuti oltre il 30 giugno.
In Grecia le banche resteranno chiuse per una settimana, la borsa lunedì non aprirà e i prelievi dai bancomat saranno limitati a 60 euro. Lo ha annunciato il governo. The Guardian
All’indomani della chiusura senza accordo della trattativa tra Atene e i suoi creditori, si moltiplicano domande e analisi sul futuro della Grecia e sulla stabilità dell’eurozona. In questo clima assume particolare rilievo il tweet del commissario all’economia dell’Unione europea, Pierre Moscovici, che scrive: “Per chi si chiede che succede ora: per prima cosa, la Grecia dovrebbe restare nell’euro; poi, la porta è ancora aperta per negoziare sull’ultima proposta della Commissione europea”.
E per quanti volessero conoscere nel dettaglio quale sia quest’ultima proposta, oggi la Commissione l’ha caricata sulla propria pagina web, “nell’interesse della trasparenza e per completa informazione dei cittadini greci”, che dovranno votare se accettarla nel referendum di domenica prossima.
La Banca centrale europea manterrà al livello attuale i fondi di emergenza alle banche della Grecia. L’istituto sceglie di non esasperare il clima dopo il fallimento del negoziato tra Atene e la Commissione europea e il Fondo monetario internazionale. Leggi
Il governo greco deciderà questa sera se imporre da domani mattina il controllo di capitale e la chiusura alle banche del paese. Lo ha appena dichiarato il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis alla BBC Radio, come annuncia su twitter Nick Sutton, direttore dell’emittente.
È molto probabile che nel futuro lo ricorderemo, questo sabato 27 giugno 2015. Il giorno in cui l’Europa intera ha dovuto cominciare a fare i conti con l’incertezza. Leggi
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