Roberto Giovannini è un giornalista della Stampa. Si occupa di lavoro, economia, ambiente e tecnologia.
L’Alexis Tsipras trionfante, magro e brillante che la sera della vittoria elettorale di gennaio prometteva la fine dell’austerità e la cacciata della troika dalla Grecia non sembra neanche il lontano parente di quello di oggi. Leggi
È inutile usare mezzi termini: Alexis Tsipras ha perso su tutta la linea. In cambio dell’accordo che permetterà di riaprire le banche e ridare ossigeno alla popolazione greca, e che potrebbe (ma non è detto) consentire alla Grecia di restare nella zona euro, il premier greco ha dovuto accettare tutte le richieste finali dei creditori, e rinunciare in pratica a tutte le “linee rosse” considerate invalicabili per il suo governo e per il suo partito, Syriza. Leggi
A forza di viaggi, discorsi e riunioni, Alexis Tsipras è diventato completamente matto. Oppure ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte all’austerità, lo strapotere degli avversari e alla mancanza di liquidità delle banche greche, strozzate dai provvedimenti di Mario Draghi. Leggi
Ormai ci siamo: anche se si tratta dell’ennesima “giornata decisiva” per la vicenda della crisi finanziaria tra Grecia ed eurozona, stavolta si può essere abbastanza sicuri che quella del 12 luglio sarà una giornata “veramente decisiva”. Leggi
Nella sola giornata di ieri sui mercati finanziari sono stati “bruciati” più soldi di quelli che l’intera Grecia deve rimborsare alla comunità internazionale. Varrebbe la pena di riflettere su questo dato. Leggi
È molto probabile che nel futuro lo ricorderemo, questo sabato 27 giugno 2015. Il giorno in cui l’Europa intera ha dovuto cominciare a fare i conti con l’incertezza. Leggi
Nelle trattative tra Atene e i suoi creditori, i negoziatori di Christine Lagarde sembrano aver demolito i risultati ottenuti il 22 maggio tra i capi di governo della zona euro. L’accordo si allontana di nuovo, e l’Europa trema. Leggi
L’accordo sul clima al G7 di Elmau, in Baviera, è teoricamente un’ottima notizia, ma senza provvedimenti concreti per metterlo in atto può diventare solo uno proclama. Anche l’Italia deve fare la sua parte, e non sempre ne sembra convinta. Leggi
Non sono tanto simpatici, forse, Jeroen Dijsselbloem, Jean-Claude Juncker, Christine Lagarde e Mario Draghi, i rappresentanti dei “creditori” che cercano di far mandar giù alla Grecia una nuova massiccia dose dell’amarissima medicina dell’austerità. Leggi
Cosa significa l’improvviso interesse di Matteo Renzi per il sindacato, che a suo tempo aveva definito un ferro vecchio superato, un residuo del secolo scorso da abbandonare nel dimenticatoio della storia e con cui era inutile dialogare? Che vuol dire l’auspicio che si arrivi (nientemeno) a un “sindacato unico”, termine sfortunato che ha scatenato tantissime e scontate reazioni negative? Leggi
Sono ore difficili per la Grecia e l’Europa. Alla vigilia della riunione di Bruxelles dell’eurogruppo, che dovrebbe sancire un accordo o una rottura tra i partner europei e Atene, la Grecia vorrebbe lo sblocco di una tranche di 7,2 miliardi di prestiti e (soprattutto) un’intesa definitiva con l’ex troika. Leggi
In queste ore il Fondo monetario internazionale e le istituzioni europee continuano a chiedere con forza che il governo greco accetti misure che non c’entrano nulla con i problemi di finanza pubblica. Leggi
Oggi il ministero del lavoro ha diffuso i primi dati sull’andamento dei contratti nel primo mese della riforma del lavoro. È solo l’inizio del dibattito sugli effetti delle nuove norme, su cui il governo Renzi si gioca gran parte della credibilità Leggi
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati