L’accordo siglato il 14 luglio tra l’Iran e i paesi del gruppo 5+1 è giunto al termine di venti mesi di trattative e di un lungo percorso di sforzi diplomatici. La cronologia delle tappe più importanti.
Agosto 2002 Il Consiglio nazionale della resistenza iraniana, un gruppo dell’opposizione in esilio, rivela la posizione di una struttura per la produzione di acqua pesante nella centrale nucleare di Arak e di un impianto per l’arricchimento dell’uranio a Natanz, alimentando nella comunità internazionale il timore che l’Iran stia sviluppando armi nucleari.
Febbraio 2003 Mentre gli Stati Uniti e i loro alleati stanno per invadere l’Iraq, il presidente iraniano Mohammad Khatami ammette l’esistenza della struttura di Natanz, ma sostiene che il suo obiettivo è produrre uranio a basso arricchimento per le centrali nucleari. L’Iran accetta una richiesta dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), organo dell’Onu, di visitare la struttura di Natanz. Gli ispettori dell’Aiea arrivano a fine febbraio e l’Iran promette di accettare l’ispezione.
Maggio 2003 L’Iran consente all’Aiea di visitare la società per l’energia elettrica Kalaye, ma non di prelevare campioni.
Giugno 2003 Il rapporto dell’Aiea conclude che l’Iran non ha rispettato i termini dell’accordo. Regno Unito, Francia e Germania lanciano una missione diplomatica congiunta per esaminare la politica nucleare dell’Iran. Gli Stati Uniti si rifiutano di partecipare al dialogo.
Ottobre 2003 Sotto la minaccia di un esposto al Consiglio di sicurezza dell’Onu, l’Iran raggiunge un accordo con Regno Unito, Francia e Germania, conosciuto come Dichiarazione di Teheran. L’Iran accetta di collaborare con l’Aiea e sospendere l’arricchimento dell’uranio.
Agosto 2005 Mahmoud Ahmadinejad, considerato un sostenitore del programma nucleare, viene eletto presidente dell’Iran.
Agosto-settembre 2005 L’accordo con Regno Unito, Francia e Germania comincia a vacillare quando l’Iran riattiva l’impianto di Isfahan. Ahmadinejad dichiara alle Nazioni Unite che l’Iran ha diritto a un programma nucleare.
Febbraio 2006 L’Aiea rinvia il dossier del nucleare iraniano al Consiglio di sicurezza dell’Onu. L’Iran annuncia che riprenderà l’arricchimento dell’uranio.
Aprile 2006 Ahmadinejad annuncia che l’Iran è entrato a far parte del gruppo di paesi che possiedono tecnologia nucleare, ma aggiunge che il programma è dedicato esclusivamente all’approvvigionamento energetico e non alla produzione di armi.
Giugno 2006 Cina, Stati Uniti e Russia si uniscono a Regno Unito, Germania e Francia per formare il cosiddetto gruppo 5+1. La sigla si riferisce ai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza più la Germania, uno dei principali partner commerciali dell’Iran.
Luglio 2006 Il Consiglio di sicurezza dell’Onu approva una prima risoluzione per chiedere all’Iran di interrompere l’arricchimento dell’uranio.
2006-2010 Il Consiglio di sicurezza adotta un totale di sei risoluzioni e impone graduali sanzioni all’Iran, congelando i beni di persone e aziende legate al programma di arricchimento e vietando la vendita di tecnologia nucleare al paese.
Settembre 2009 Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama rivela l’esistenza di una struttura sotterranea per l’arricchimento dell’uranio a Fordow, nei pressi della città iraniana di Qom. Gli Stati Uniti minacciano di bombardare l’Iran, e Israele dichiara che potrebbe ricorrere a un attacco nucleare.
Marzo 2013 Gli Stati Uniti avviano un negoziato segreto con le autorità iraniane senza comunicarlo ai partner del 5+1.
Giugno 2013 Hassan Rohani viene eletto presidente dell’Iran. È considerato più pragmatico, moderato e aperto al dialogo rispetto ad Ahmadinejad.
Settembre 2013 Obama telefona a Rohani, stabilendo il primo contatto tra i leader dei due paesi dal 1979. La telefonata, insieme all’incontro tra il segretario di stato americano John Kerry e il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, viene considerata l’inizio di una nuova era di collaborazione tra Washington e Teheran.
Novembre 2013 L’Iran e i paesi del 5+1 raggiungono un accordo ad interim, che limita il programma nucleare iraniano. La produzione del reattore di Arak si interrompe e l’Iran elimina gran parte delle sue scorte di uranio a medio arricchimento. Le sanzioni contro l’Iran vengono parzialmente cancellate e alcuni beni vengono sbloccati.
Luglio 2014 La scadenza per un accordo definitivo tra l’Iran e i paesi del 5+1 non viene rispettata ed è spostata al novembre 2014.
Novembre 2014 La scadenza non viene rispettata neanche questa volta ed è rinviata alla fine di giugno del 2015, con l’obiettivo di creare una piattaforma d’intesa entro marzo.
Marzo 2015 I leader mondiali si incontrano a Losanna, in Svizzera, per finalizzare l’accordo.
2 aprile 2015 L’Iran e le potenze mondiali annunciano un accordo quadro per limitare il programma nucleare di Teheran in cambio della cancellazione di alcune sanzioni, impegnandosi a raggiungere un accordo definitivo entro la fine di giugno. Federica Mogherini, capo della diplomazia dell’Unione europea, descrive l’intesa come un “passo avanti decisivo”. Gli iraniani festeggiano in strada per la prospettiva di un accordo e della cancellazione delle sanzioni.
Giugno 2015 Il negoziato tra l’Iran e i paesi del 5+1 riprende a Vienna in vista della scadenza del 30 giugno.
30 giugno 2015 Non si arriva a un accordo. I diplomatici sottolineano che la reale scadenza è quella del 9 luglio, l’ultima data disponibile per permettere al congresso statunitense di esaminare l’accordo in modo da sospendere le sanzioni con la rapidità chiesta dall’Iran. Obama dichiara di essere pronto ad abbandonare il negoziato se Teheran non si atterrà al programma preparato in aprile.
8 luglio 2015 La trattativa è prorogata di tre giorni a causa di un disaccordo sulla cancellazione dell’embargo per le armi, ma i diplomatici occidentali restano fiduciosi nella possibilità di raggiungere un accordo entro la fine della settimana.
11 luglio 2015 La scadenza per raggiungere l’accordo viene rinviata a lunedì 13 luglio. Si tratta del terzo rinvio in due settimane.
13 luglio 2015 La scadenza viene nuovamente mancata, ma il dialogo prosegue durante la notte.
14 luglio 2015 I diplomatici a Vienna annunciano di aver raggiunto un accordo al termine di 17 giorni di trattative quasi ininterrotte. Dopo uno scontro durato 12 anni, l’accordo potrebbe segnare l’inizio di una nuova era nei rapporti tra l’Iran e l’occidente.
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