Il primo ministro israeliano promette “tolleranza zero”. Benjamin Netanyahu ha assicurato che metterà in campo “tutti i mezzi a disposizione” per fare giustizia dopo la morte di un bambino palestinese di 18 mesi in un incendio doloso attribuito a coloni e l’accoltellamento di sei attivisti al gay pride. Una di loro, la liceale Shira Banki di 16 anni, è morta domenica in ospedale. Il ministro della difesa Moshe Ya’alon ha autorizzato la detenzione amministrativa, solitamente usata con i palestinesi, nei confronti degli estremisti israeliani.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it