Cosa sappiamo finora delle due esplosioni in Cina
Tra il 12 e il 13 agosto ci sono state due forti esplosioni nella città portuale di Tianjin, nel nordest del paese. Ecco cosa sappiamo finora dell’incidente, secondo la ricostruzione del Guardian:
Le vittime. Sono morte almeno 50 persone, inclusi 12 vigili del fuoco. I feriti sono più di 700, di cui 71 in gravi condizioni. Sul posto sono presenti circa mille pompieri e 217 ispettori specializzati in rifiuti tossici militari.
I dispersi. Le autorità hanno confermato che risultano dispersi altri 36 vigili del fuoco. Non è chiaro se tra questi siano inclusi i 12 già dichiarati morti. Migliaia di persone sono rimaste senza casa. Seimila hanno passato la notte in alloggi temporanei.
Le esplosioni. Sono avvenute poco prima della mezzanotte (le 18 in Italia). Sono state così potenti da essere visibili dallo spazio, come testimoniano alcune immagini scattate dall’agenzie meteorologica giapponese. Grosse colonne di fumo si sono diffuse in tutta la città e ci sono stati danni a palazzi e automobili fino a tre chilometri di distanza.
L’incendio. Le fiamme ora sono per la maggior parte sotto controllo, ma i tentativi di spegnere le ultime rimaste sono stati sospesi, perché i tecnici devono verificare se sul posto ci sono materiali pericolosi per la salute.
Dov’è successo. Le esplosioni, secondo l’agenzia di stato cinese Xinhua, sono avvenute in un magazzino di proprietà dell’azienda Tianjin Dongjiang Port Ruihai International Logistics, specializzata nel gestire “materiali pericolosi”. I dirigenti dell’azienda sono stati arrestati.
Due anni fa, scrive la Reuters, durante un’ispezione, cinque container della compagnia non avevano superato i test sulla sicurezza. Secondo un rapporto del 2014 degli ispettori ambientali del governo, l’impianto è stato progettato per conservare “diverse sostanze chimiche pericolose”, come il cianuro di sodio, ed esplosivi come il nitrato di sodio e il nitrato di potassio.
Perché è successo. Il governo cinese non ha ancora dato spiegazioni ufficiali sui motivi dell’incidente. Le autorità cinesi, anche in questi casi, cercano sempre di controllare in modo capillare la diffusione delle informazioni.
I rischi per la salute. Greenpeace ha avvertito che le sostanze chimiche coinvolte nelle esplosioni potrebbero essere pericolose per i residenti di Tianjin. Pechino ha minimizzato sul rischio che i fumi tossici possano arrivare nella capitale.