C’è stata una sparatoria davanti al palazzo Dolmabahçe a Istanbul, dopo l’esplosione di una bomba. Il palazzo è una delle principali attrazioni turistiche della città e ospita anche gli uffici del premier turco. I mezzi d’informazione turchi parlano di due persone arrestate dalla polizia in relazione all’attacco. Non ci sono vittime.
Non sono ancora noti i motivi dell’assalto, che apparentemente ha preso di mira i soldati di guardia al palazzo di epoca ottomana, dove morì il primo presidente della Turchia moderna Kemal Atatürk nel 1938. Il 1 gennaio il gruppo marxista Fronte-Partito rivoluzionario per la liberazione del popolo ha rivendicato il lancio di due granate contro i militari di guardia al palazzo Dolmabahçe.
Intanto nel sudest della Turchia otto soldati sono rimasti uccisi in un attacco dei ribelli curdi del Pkk. Una bomba è esplosa e ha travolto il veicolo su cui stavano viaggiando i soldati nella provincia di Siirt.
Qualche giorno fa lo Stato islamico ha diffuso su internet un video in cui accusa il presidente Recep Tayyip Erdoğan di essere “un satana traditore” e di avere venduto la Turchia agli Stati Uniti e al Pkk e chiede ai jihadisti di ribellarsi contro Erdoğan e il suo Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp).
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