I ribelli di Syriza, il partito al governo in Grecia, hanno formato un nuovo gruppo parlamentare, Leiki Anotita (Unità popolare), e si preparano a fondare un nuovo partito in vista del voto anticipato chiesto da Alexis Tsipras che si terrà probabilmente a fine settembre. Il premier, che con Syriza ha vinto le elezioni il 25 gennaio, si è dimesso ieri proprio dopo aver perso la sua maggioranza in parlamento a causa della defezione di una trentina di deputati di Syriza, contrari alle misure di austerità che il governo ha accettato per ricevere un nuovo prestito dai creditori.

Nel nuovo gruppo sono confluiti 25 deputati. Lo guida Panagiotis Lafazanis, che è stato ministro dell’energia prima che Tsipras lo escludesse dal governo per la sua contrarietà al terzo piano di salvataggio.

Nella lista del nuovo gruppo, non compaiono però l’ex ministro delle finanze Yanis Vaorufakis – che si era dimesso all’indomani del referendum con cui i greci hanno respinto il precedente accordo con Bruxelles – e la presidente della camera Zoe Konstantopulou, apertamente critica con le ultime decisioni del governo sul debito. Lafazanis, Varoufakis e Konstantopulou hanno guidato la fronda dei 47 deputati di Syriza – quasi un terzo sui 149 che si siedono alla camera – che si sono opposti al pacchetto di riforme nella votazione del 14 agosto.

Le defezioni degli oppositori di Tsipras

L’ala più radicale del partito, cioè la corrente chiamata Piattaforma di sinistra, si è ribellata a quella che Lafazanis ha definito “dittatura dell’eurozona”. Secondo questi parlamentari, il loro leader Tsipras ha tradito le promesse fatte in campagna elettorale di difendere il paese da ulteriori misure di austerità.

Syriza governa insieme alla destra nazionalista e ortodossa dei Greci indipendenti (Anel, nella sigla in greco). L’alleanza è stata stretta dopo il voto di gennaio, per arrivare ad una maggioranza assoluta nel parlamento che potesse sostenere un esecutivo. Anel e Syriza, cioè, non sono coalizzati e si presenteranno separati alle prossime consultazioni.

Consenso popolare del premier

La decisione del premier Tsipras, scrive il Guardian, sembra una mossa per mettere a tacere i ribelli e raccogliere nuova legittimità dal popolo greco. Quasi fosse un nuovo referendum sulla sua scelta di avviare il piano di austerità, che prevede tagli alla previdenza sociale, l’aumento delle tasse e la creazione di un fondo di garanzia con beni statali da privatizzare.

I più recenti sondaggi danno Syriza al 33-34 per cento. È il primo partito in Grecia, ma non avrebbe abbastanza voti per governare da solo.

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