Il bestseller autobiografico di Azar Nafisi è adattato in un dramma attuale ed emozionante, anche se relativamente convenzionale, diretto dall’israeliano Eran Riklis (Il giardino dei limoni) e girato in Italia (controfigura dell’Iran). Diviso per capitoli, il film racconta il ritorno di Azar (Farahani), professoressa di letteratura, nell’Iran rivoluzionario. L’entusiasmo e le speranze iniziali si scontrano con le restrizioni sempre più severe delle autorità. Se il film non decolla pienamente, Farahani è una presenza potente e carismatica. La sua Azar è una donna forte il cui volto dice molto anche quando sceglie di restare in silenzio.
Wendy Ide, Screen International
Israele / Italia 2024, 108’. In sala
Italia / Francia 2024, 101’. In sala
Il film che ha aperto il festival di Locarno torna su personaggi storici già molto descritti al cinema, ma con un’austerità e una sobrietà inedite. Tratto dai diari del valletto del re di Francia, Le déluge comincia subito dopo l’assalto alle Tuileries del 1792. Luigi XVI e Maria Antonietta sono confinati con la famiglia in un castello, in attesa di conoscere il loro destino. La sceneggiatura, scritta da Jodice con Filippo Gravino e divisa in tre capitoli, segue gli ultimi giorni dei reali: deposti, imprigionati, isolati, derisi, rimpiccioliti, con i loro abiti e le loro parrucche sempre più sporchi e logori, sembrano morti ben prima di arrivare alla ghigliottina. Il film non è un ritratto lusinghiero di quella nobiltà fredda e viziata, ma si tiene lontano dalla politica, interessato al disagio dei personaggi, ai conflitti intimi che sopportano in questo limbo. Si può dire che Le déluge umanizzi Luigi e Maria Antonietta, ma sicuramente non è dalla loro parte.
Guy Lodge, Variety
Francia / Canada 2024, 145’. In sala
Il film è diviso in tre epoche in cui seguiamo lo stesso personaggio, Gabrielle (Seydoux). Nel 2044, in un futuro dove l’intelligenza artificiale gestisce ogni cosa, per trovare un lavoro questa giovane parigina deve sottoporsi a un trattamento che “cancella” i traumi delle vite precedenti. Dal tavolo operatorio la ritroviamo in piena belle époque. Là incontra Louis (MacKay) a cui lei rivela una sua angoscia, il presentimento di una catastrofe imminente. L’incontro avverrà altre due volte, nel futuro, ma anche a metà strada, nel 2014, a Holly-wood, dove Gabrielle è un’aspirante attrice. L’amore tra loro cerca un modo per realizzarsi attraverso i secoli, come la “bestia” che perseguita Gabrielle. E così il film trova una continuità tra le sue linee spezzate.
Mathieu Macheret, Le Monde
Francia 2022, 110’. In sala
Metà degli anni ottanta. Stella, 17 anni, figlia dei proprietari di un bistrot, scopre la discoteca Les Bains Douches, la Parigi alla moda e il sexy André. Tra la scarsa voglia di studiare e il richiamo del dancefloor, Stella ciondola, sogna a occhi aperti, cerca l’amore, scopre la sua femminilità e parla poco. Perché in profondità resiste un dolore silenzioso, un trauma infantile difficile da confessare. Dopo Stella (2008), Verheyde continua con autenticità il suo racconto autobiografico. Colpisce Flavie Delangle, con lo sguardo vago e una sensualità balbettante.
Nicolas Schaller, Le Nouvel Obs
Regno Unito / Italia / Ungheria 2024, 110’. In sala
Johnny Depp torna alla regia (quasi vent’anni dopo Il coraggioso) proiettandoci nel 1916, nella cerchia ristretta dell’artista Amedeo Modigliani (un carismatico Scamarcio), nell’arco di 72 avventurose ore. Il film è piuttosto sprezzante nei confronti di chiunque osi nutrire scarsa passione per l’opera dell’artista italiano. Con l’eccezione di Beatrice, la sua modella-compagna, interpretata da Antonia Desplat, impeccabile nel trasmetterci l’intelligenza e l’insicurezza della donna, e la fragile dipendenza nel rapporto con il suo amante.
Leslie Felperin, The Hollywood Reporter
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