L’Europa sta vivendo la sua peggiore seduta borsistica dal 2011. I timori per l’economia cinese e il crollo delle materie prime hanno scatenato una fuga degli investitori in tutti i mercati europei. Nella giornata del crollo di Shanghai, la borsa di Milano – seconda per perdite solo ad Atene – ha già lasciato sul terreno oltre sette punti percentuali, con una serie di sospensioni e riammissioni alle contrattazioni che hanno toccato a rotazione tutti i titoli principali.
Ci sono stati forti ribassi anche nelle altre borse europee, da Londra a Francoforte, a Parigi, fino alla drammatica situazione di Atene che mezzora prima della sua chiusura ha visto l’indice generale Athex crollare dell’11,3 per cento. Tutti i listini del continente sono stati trascinati ulteriormente in basso da un’apertura di Wall street in forte calo: nei primi istanti di scambi il Dow Jones è arrivato a cedere fino a 1.089 punti, con un crollo senza precedenti se si tiene conto che l’indice non aveva mai perso oltre 800 punti nella sua storia.
In mattinata le premesse di questo lunedì nero erano state gettate dalla borsa cinese, che aveva chiuso la sua peggior seduta dal febbraio 2007 con l’indice di Shanghai crollato al -8,49 per cento. Un declino simile è avvenuto anche alla borsa di Tokyo, che ha terminato le contrattazioni in calo del 4,61 per cento, ai minimi da circa sei mesi. È andato a picco anche il prezzo del petrolio, di cui le quotazioni hanno perso il 5 per cento, fino a 38,28 dollari al barile (il Brent ha subito una flessione ancora più accentuata lasciando sul terreno oltre 2 dollari e scivolando a 43,3 dollari al barile).
Oltre alla crisi cinese, sul petrolio sta incidendo anche la preoccupazione per l’aumento della produzione iraniana in un momento di domanda debole. Nel contesto del crollo delle materie prime, ai minimi dal 1999, l’oro è tornato a essere il bene rifugio: il lingotto a consegna immediata è pagato 1.158 dollari l’oncia, ai massimi da luglio. Il crollo dei listini asiatici ha fatto salire l’euro e anche lo yen, cioè le monete considerate beni rifugio. La moneta europea ha superato la soglia di 1,16 dollari, ai massimi dall’inizio dell’anno, mentre il cambio euro/yen è a 138 e quello dollaro/yen ai minimi da un mese e mezzo, intorno a 120.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it