Ad agosto la foto del suo arrivo sull’isola di Kos, in Grecia, scattata da un fotografo del New York Times ha fatto il giro del mondo e ha contribuito a tenere alta l’attenzione sulla condizione dei profughi siriani che si affidano ai trafficanti e a imbarcazioni di fortuna per raggiungere la Grecia e da lì, provare ad arrivare nell’Europa settentrionale. Laith Majid è un profugo siriano e insieme a sua moglie Nada Adel, ai suoi figli Moustafa, 18 anni, Ahmed, 17 anni, Taha, 9 anni, Nour, 7 anni, ha viaggiato per settimane attraverso l’Europa. Ora è finalmente arrivato in Germania, a Berlino, dove ha presentato la sua domanda d’asilo. Il gruppo Facebook Europe says Oxi ha pubblicato una nuova foto della famiglia.

Post su Facebook di Europe says Oxi.

La famiglia al momento si trova in una caserma dell’esercito che è stata attrezzata per accogliere i richiedenti asilo. Majid e la sua famiglia sono scappati dal gruppo Stato islamico a Deir Ezzor, in Siria. Hanno pagato 6.500 dollari per imbarcarsi su un gommone che li ha portati sull’isola di Kos insieme ad altre 12 persone. Il fotografo Daniel Etter ha raccontato lo sbarco dicendo: “Non sono mai stato così sopraffatto da un evento come questo che ho avuto la fortuna di documentare”.

“Quando l’imbarcazione è arrivata sulla spiaggia, un uomo di mezza età è sceso, era visibilmente scosso. Quando tutta la famiglia è arrivata sull’isola, lui e sua moglie sono scoppiati in lacrime, hanno abbracciato ognuno dei loro figli”, ha raccontato Daniel Etter del New York Times. Nada Adel, un’insegnate di inglese, ha raccontato che la famiglia ha scelto di andare in Germania perché “Angela Merkel è come una madre per noi”. Merkel ha recentemente annunciato che sospenderà il regolamento di Dublino per tutti i richiedenti asilo siriani arrivati in Germania. Nada Adel ha aggiunto che la figlia più piccola, Nour, ha ancora paura del mare, dopo la traversata notturno dell’Egeo.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it