La ministra degli esteri messicana, Claudia Ruiz Massieu, è voltata al Cairo dove oggi incontrerà il presidente Abdel Fattah al Sisi per esigere un’inchiesta “urgente e trasparente” sull’uccisione di otto cittadini messicani scambiati per jihadisti dalle forze di sicurezza egiziane. Al suo primo impegno diplomatico da quando ha assunto il ministero 19 giorni fa, Ruiz Massieu è stata anche a visitare i sei messicani feriti nell’attacco, ricoverati in un ospedale alla periferia della capitale.
Me encuentro en el Hospital Dar Al Fouad visitando a los connacionales que resultaron heridos en los lamentables hechos en #Egipto
— Claudia Ruiz Massieu (@ruizmassieu) 16 Settembre 2015
Le autorità egiziane hanno riferito che il 13 settembre le forze di sicurezza, che inseguivano miliziani del gruppo Stato islamico, hanno ucciso per errore dodici persone tra messicani ed egiziani, il cui convoglio era entrato in un’area interdetta ai turisti nel deserto occidentale. I superstiti hanno raccontato ai diplomatici messicani di essere stati bombardati con aerei ed elicotteri.
Ruiz Massieu ha precisato che 14 turisti messicani si trovavano sulle jeep che stavano attraversando il deserto in fila indiana. Immediatamente dopo l’attacco, la ministra ha riconosciuto che due cittadini messicani erano rimasti uccisi e che sei feriti erano ricoverati nell’ospedale . Il governo egiziano e i media del paese già parlavano di otto messicani uccisi, tra le 12 vittime totali. Mentre solo martedì mattina Città del Messico ha confermato e identificato altri sei concittadini morti.
Lamentablemente he dado el pésame a los familiares de los 6 connacionales cuya situación no estaba determinada.
— Claudia Ruiz Massieu (@ruizmassieu) 15 Settembre 2015
Al Sisi ha telefonato al presidente messicano Enrique Peña Nieto per esprimergli le “più sincere condoglianze per il tragico incidente”. Una nota dell’ufficio del leader messicano aggiunge: “Il presidente Peña Nieto ha espresso profondo sconcerto e tristezzza per la morte dei nostri connazionali, oltre al dolore e alla rabbia che questi fatti senza precedenti hanno provocato nella società messicana”.
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