Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che autorizza l’Unione europea all’uso della forza militare nel contrasto ai trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo meridionale. Hanno votato a favore della risoluzione 14 dei 15 membri del consiglio. Il Venezuela si è astenuto.
Dopo un lungo negoziato, anche la Russia ha dato il via libera al testo che – sulla base del settimo capitolo della Carta delle Nazioni Unite – garantisce per un anno le fondamenta legali alla seconda fase dell’operazione navale europea Eunavfor Med, quella che prevede il sequestro e la distruzione delle imbarcazioni usate dai trafficanti di esseri umani in acque internazionali, al largo della Libia.
In particolare, la risoluzione prevede che l’Unione europea e i singoli paesi possano ispezionare e sequestrare i barconi, quando vi siano “fondati motivi” di credere che siano utilizzati per il traffico di migranti. Il testo fa poi riferimento a “ulteriori azioni”, “compresa l’eliminazione delle navi ispezionate”, che potranno essere prese dai partecipanti alla missione europea “in conformità con il diritto internazionale”.
Il 7 ottobre è cominciata la seconda fase della Eunavfor Med. Sei navi sono già state schierate in acque internazionali, davanti alle coste libiche: si tratta di una portaerei italiana, tre fregate (francese, britannica e spagnola) e due navi tedesche.
Fino a oggi la missione aveva svolto solo operazioni d’intelligence. E l’obiettivo della seconda fase era proprio quello di identificare le imbarcazioni e distruggere i mezzi dei trafficanti nelle acque internazionali del Mediterraneo. La terza fase prevederebbe che le navi militari europee possano entrare in acque libiche, e dal mare facciano incursioni militari anche sulla terraferma. Ma questa fase non è coperta dalla risoluzione.
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