Per ricordare la giornata internazionale delle donne, l’8 marzo, ecco un “indice del soffitto di cristallo”, cioè la barriera sociale, culturale e psicologica che impedisce alle lavoratrici di avanzare nei posti di lavoro al pari dei lavoratori. L’obiettivo è fare una classifica dei paesi in cui le donne hanno più possibilità di ricevere un trattamento equo sul posto di lavoro.

L’indice prende in considerazione i dati nazionali su istruzione superiore, percentuale femminile della forza lavoro, salari, costi dell’assistenza all’infanzia, diritti di maternità, richieste d’iscrizione nelle scuole per l’impresa e la rappresentanza negli incarichi di alto livello.

Il punteggio di ogni paese è una media ponderata dei suoi risultati in dieci diversi indicatori.

Quest’anno sono stati inclusi, come parametro aggiuntivo, anche i diritti di paternità. Gli studi dimostrano che dove i padri prendono dei congedi parentali, le madri tendono a rientrare nel mercato del lavoro, il tasso di occupazione femminile è più alto e i divari salariali tra uomini e donne sono più contenuti.

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Come prevedibile, i paesi nordici, ovvero Islanda (che fa il suo ingresso nell’indice), Norvegia, Finlandia e Svezia, sono ai primissimi posti. In questi paesi le donne sono attualmente presenti sul mercato del lavoro in percentuali analoghe agli uomini. La Finlandia ha la più alta percentuale di donne che hanno ricevuto un’istruzione superiore rispetto agli uomini (il 49 per cento ha un diploma universitario, contro il 35 per cento degli uomini). Il divario salariale di genere in Norvegia è meno della metà della media dell’Ocse (15,5 per cento).

Le donne ricoprono il 44 per cento dei seggi nei consigli d’amministrazione delle aziende quotate in Islanda, e in tutta la Scandinavia la presenza di donne nei cda è molto alta grazie al meccanismo delle quote. In Norvegia e in Islanda sono inoltre previste delle quote volontarie all’interno dei partiti politici, come accade in Svezia, dove il 44 per cento dei seggi parlamentari è occupato da deputate, una delle percentuali più alte al mondo. Nonostante le poche donne nei cda (11 per cento) e in parlamento (10 per cento), in Ungheria sono previsti cospicui congedi di maternità (71 settimane pagate al 100 per cento dell’ultimo stipendio) e i costi dell’assistenza all’infanzia sono bassi.

In fondo alla classifica si trovano il Giappone, la Turchia e la Corea del Sud dove gli uomini hanno più possibilità delle donne di diplomarsi, trovare un impiego e occupare incarichi di responsabilità, e dove esiste inoltre un ampio divario salariale. In Giappone e in Corea del Sud il favorevole sistema di congedo parentale è soprattutto una risposta all’invecchiamento delle rispettive popolazioni, ma per altri aspetti i due paesi sono molto indietro rispetto a quelli scandinavi, il cui impegno per l’uguaglianza di genere ha una lunga tradizione.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è uscito sul settimanale britannico The Economist.

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