La presidente del Brasile Dilma Rousseff si appresta a cedere il potere al suo vicepresidente, Michel Temer, dopo l’apertura in senato del suo processo di destituzione, alla fine di una storica maratona parlamentare.

Al tempo stesso nel più grande paese sudamericano si chiuderanno 13 anni di governo del Partito dei lavoratori (Pt), un periodo cominciato nel 2003 con Luiz Inácio Lula da Silva, che ha guidato il paese durante il boom socioeconomico brasiliano degli anni duemila. Riuniti dal mattino dell’11 maggio in seduta plenaria, i senatori hanno continuato a oltranza durante la notte per decidere le sorti della dirigente di sinistra, accusata di aver truccato i conti pubblici.

Ma già prima del voto elettronico era chiaro che sarebbe stata raggiunta la maggioranza semplice di 41 voti per aprire il processo a Dilma Rousseff e allontanarla dal potere per sei mesi, il tempo necessario ad arrivare alla sentenza definitiva.

Alle 2 del mattino (le 6 in Italia), 37 senatori avevano annunciato che avrebbero votato per la destituzione della presidente, mentre solo 14 si sono dichiarati contrari su un totale di 81 parlamentari.

Valigie e foto

Ventiquattro ore prima del voto, Dilma Rousseff aveva già pulito il suo ufficio presidenziale a Brasilia, tolto i libri e le foto. Prima donna eletta presidente del Brasile nel 2010, Dilma Rousseff, 68 anni, dovrebbe lasciare nella mattinata di oggi il Planalto, accompagnata dal suo mentore Luiz Inácio Lula da Silva, presidente dal 2003 al 2010, ed esprimersi pubblicamente intorno alle 10 (le 14 in Italia). Successivamente dovrebbe recarsi nella sua residenza dell’Alvorada, dove continuerà a vivere con sua madre durante lo svolgimento del processo. L’opposizione la accusa di aver truccato consapevolmente i conti pubblici per nascondere la portata del deficit nel 2014, anno della sua combattuta rielezione, e nel 2015.

Al posto di Rousseff andrà probabilmente l’impopolare Michel Temer

Il voto finale dei senatori potrebbe arrivare in settembre, dopo le olimpiadi di Rio de Janeiro (dal 5 al 21 agosto) e prima delle elezioni amministrative di ottobre. Secondo alcuni esperti le possibilità per Dilma Rousseff di evitare la destituzione sono ormai poche. Di conseguenza l’altrettanto impopolare Michel Temer, che secondo i sondaggi raggiungerebbe appena l’1 o il 2 per cento dei voti in caso di elezioni, dirigerà probabilmente il Brasile fino alla fine del mandato nel 2018.

Secondo il sito di informazioni Uol alle 15 Temer, 75 anni, si rivolgerà al paese dalla presidenza accompagnato dal suo ministro delle finanze Henrique Meirelles. In questa occasione dovrebbe annunciare la formazione di una parte del suo governo e il programma incentrato sul risanamento economico.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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