Otto candidati si contendono la successione di Giuliano Pisapia a Milano. Il centrosinistra ha scelto l’ex commissario di Expo 2015 Giuseppe Sala e il centrodestra si presenta unito intorno a Stefano Parisi, ex amministratore delegato di Fastweb, poi fondatore di Chili tv. Sono i due candidati più forti nei sondaggi: piuttosto simili per la loro formazione economica, per la carriera da manager e per un’esperienza da dirigenti a palazzo Marino, in campagna elettorale hanno entrambi presentato un profilo moderato, quasi da “tecnico”.
Una parte della sinistra converge sul presidente del consiglio comunale uscente Basilio Rizzo. Gianluca Corrado è il candidato sindaco del Movimento 5 stelle. Marco Cappato, già deputato europeo e consigliere comunale uscente, è invece il candidato sindaco dei Radicali.
Luigi Santambrogio si presenta per Alternativa municipale, che raccoglie soprattutto socialisti di centrosinistra. Nicolò Mardegan di Noi x Milano si raffigura come l’unico vero candidato di destra, punta su un elettorato meno moderato di quello di Parisi e ha due candidati consiglieri di Casapound in lista. Maria Teresa Baldini, unica donna in corsa per la carica di sindaco, è consigliera regionale eletta nella lista che sosteneva Roberto Maroni alla presidenza della Lombardia. Natale Azzaretto guida la lista del Partito comunista dei lavoratori.
I candidati
Giuseppe Sala. Nato nel 1958 a Milano, fa parte del consiglio d’amministrazione della Cassa depositi e prestiti e fino al 31 ottobre è stato commissario unico e amministratore delegato di Expo 2015. Si è laureato in economia aziendale all’università Bocconi. Ha cominciato a lavorare alla Pirelli dove ha ricoperto diversi incarichi, fino a quello di amministratore delegato del dipartimento pneumatici e di responsabile delle strutture industriali e logistiche. Nel 2001 è passato a Tim e due anni dopo è diventato direttore generale di Telecom Italia. Dal 2009 ha ricoperto l’incarico di direttore generale del comune di Milano. A fine dicembre 2015 accetta di diventare il candidato del Partito democratico alle primarie per il sindaco e il 7 febbraio le vince con il 42 per cento dei voti, contro Francesca Balzani, Pierfrancesco Majorino e Antonio Iannetta.
Stefano Parisi. Nato nel 1956 a Roma, laureato alla Sapienza in economia e commercio, politicamente vicino al Partito socialista, negli anni settanta è stato vicesegretario del Nucleo universitario socialista e poi membro dell’ufficio studi della Cgil. Nel 1997 si trasferisce a Milano per assumere l’incarico di direttore generale del comune, quando il sindaco era Gabriele Albertini. Nel 2000 è diventato direttore generale di Confindustria. È stato amministratore delegato di Fastweb; nel 2012 ha fondato Chili tv, piattaforma italiana di film in streaming e download. Parisi ha accettato la proposta di correre per il centrodestra che gli è stata fatta da Silvio Berlusconi, ma con il consenso del leader della Lega nord Matteo Salvini e di Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia.
Gianluca Corrado. Ha 39 anni. Nato a Messina, ha vissuto a Lipari fino al trasferimento a Bologna per frequentare giurisprudenza all’università, dove si è laureato. Avvocato specializzato in materia penale, ha lavorato anche nel diritto minorile, di famiglia e commerciale. Vive a Milano dal 2002 e milita nel Movimento 5 stelle dal 2012. Ha sostituito la candidata scelta con le “comunarie” online Patrizia Bedori, che ha deciso di ritirarsi. Una consultazione sul blog di Beppe Grillo l’ha confermato alla guida dei cinquestelle per le amministrative.
Basilio Rizzo. Del 1946, è un veterano della politica locale. Militante di sinistra dagli anni del liceo, nel 2011 ha aderito al progetto della sinistra unita proposta dal sindaco Giuliano Pisapia e dopo il voto è stato scelto per presiedere il consiglio comunale. Quest’anno però si è sfilato dalla coalizione di centrosinistra già dalle primarie, perché considera Sala è un “ogm della sinistra”. Ha quindi deciso di candidarsi alla guida di Sinistra italiana, composta da Rifondazione comunista, Possibile di Pippo Civati e da una parte dei movimenti arancioni che cinque anni fa sostennero Pisapia.
I programmi
Giuseppe Sala. La sua ricetta per Milano è all’insegna della continuità, perché ”è già una città modello, brillante, con uno sviluppo internazionale che deve proseguire”. Parla molto dello spirito industriale della città e pensa di rinnovarlo attraverso il sostegno alla creazione di nuove imprese, con uno sportello unico in comune per fare consulenza agli “start upper”, cioè a chi ha un’idea imprenditoriale e ha bisogno di aiuto per realizzarla. In città, un’azienda su quattro è aperta da un cittadino di origini straniere. Intende prestare attenzione anche all’edilizia sociale, con l’obiettivo “zero case vuote”.
Stefano Parisi. La sicurezza è per lui una priorità: dice che migliorerà mettendo in rete le telecamere comunali e quelle dei privati. Propone di diminuire le tasse, “che con Pisapia sono salite del 120 per cento”, e di tagliare i costi della pubblica amministrazione. Anche nel suo programma, speciale attenzione per le imprese “i cui investimenti vanno aiutati con uffici ad hoc, mentre le normali pratiche burocratiche e i grandi progetti seguono le stesse procedure, con lentezze insostenibili per le aziende”. Sulla costruzione di una moschea nel capoluogo lombardo dice che la farà, ma solo quando il comune potrà sapere chi la finanzia.
Gianluca Corrado. Il Movimento 5 stelle a Milano è storicamente meno forte che in altre città e a livello nazionale. La loro campagna è autofinanziata ed è costata 25mila euro, “molto meno dei nostri avversari”, dice Corrado. La loro priorità è salute pubblica: quindi l’obiettivo principale è ridurre l’inquinamento smettendo di abbattere gli alberi e con mezzi pubblici ecosostenibili, autobus elettrici, piste ciclabili e car sharing. Vorrebbe introdurre un assessorato alla legalità, da affiancare direttamente alla direzione generale, per verificare ogni anno il lavoro dei vari dipartimenti municipali.
I sondaggi
A giudicare dai sondaggi sulle intenzioni di voto dei milanesi, la città è perfettamente in bilico. Ed è quasi scontato che il successore di Giuliano Pisapia sarà eletto il 19 giugno con un ballottaggio tra Sala e Parisi. Bisognerà capire su chi convergeranno i voti del Movimento 5 stelle, un capitale decisivo per arrivare alla maggioranza.
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