Il prossimo 19 giugno i cittadini romani saranno nuovamente chiamati alle urne, per decidere al ballottaggio chi vogliono come nuovo sindaco della capitale tra Virginia Raggi del Movimento 5 stelle (M5s) e Roberto Giachetti del Partito democratico (Pd). I due candidati hanno ricevuto rispettivamente il 35 per cento e il 24,8 per cento delle preferenze al primo turno. Ma cosa dicono i loro programmi sui temi del sociale?

Il programma di Virginia Raggi

Il documento “11 passi per Roma”, programma della candidata cinquestelle, pone al centro dell’azione di governo della città le politiche sociali, “quale strumento in grado di rispondere ai bisogni delle fasce più fragili della popolazione”. Per questo Raggi propone di “scardinare il sistema” attraverso il controllo sulle modalità di gestione e uso delle risorse e una riorganizzazione dei servizi.

Per quanto riguarda i minori in difficoltà, sarà privilegiata la soluzione dell’affido piuttosto che l’inserimento in casa famiglia. Questo vale anche per i minori stranieri che arrivano sul territorio non accompagnati: saranno censiti e inseriti in programmi per l’affido.

Per l’accoglienza dei migranti è proposta una distribuzione equa in tutti i municipi romani. L’inserimento dei progetti di accoglienza in aree periferiche aveva già suscitato diverse polemiche in passato (come nel caso di Tor Sapienza), per questo la candidata cinquestelle pensa a un allargamento a tutti i quartieri, con “conseguente verifica puntuale degli obiettivi di integrazione e una vigilanza sulle infiltrazioni del malaffare”.

Per quanto riguarda i rom Raggi propone un “superamento graduale dei campi in linea con la strategia nazionale ed europea e senza aggravio per il bilancio comunale”. Durante la campagna elettorale non si è però sbilanciata sulla possibilità di portare avanti il superamento dei campi attraverso l’assegnazione di case.

Raggi propone 11 passi per amministrare Roma; Giachetti ha presentato un piano regolatore sociale

Per i disabili si punta su progetti di “vita indipendente” attraverso una revisione dell’attuale sistema dell’assistenza domiciliare e la costruzione di un progetto di vita personalizzato.

La candidata cinquestelle sottolinea che chiederà al governo di escludere dal patto di stabilità tutti gli investimenti riconducibili alle politiche sociali. Promette di aumentare gli sportelli antiviolenza, antiemarginazione e contro ogni tipo di discriminazione, nonché quelli di supporto contro le ludopatie.

Per quanto riguarda la casa ha in progetto una ricognizione di tutto il patrimonio abitativo con finalità pubblica per dare “respiro alle famiglie che chiedono un alloggio”. Inoltre sostiene che “occorrerà procedere al ripristino della legalità sull’edilizia residenziale pubblica, per troppi anni violata dal mancato rispetto dei princìpi dell’edilizia agevolata e convenzionata”.

Il programma di Roberto Giachetti

Sui temi del welfare Roberto Giachetti propone un “piano regolatore sociale” e prevede un servizio di pronto intervento per le emergenze; l’incremento dell’assistenza domiciliare di base e delle strutture residenziali e semiresidenziali per soggetti con fragilità sociali.

Per quanto riguarda la casa, il candidato propone un sostegno al mutuo o all’affitto per i nuclei in difficoltà e un fondo per la morosità incolpevole per bloccare le diecimila richieste di esecuzione di sfratto e “anche per assolvere le esigenze della popolazione più fragile che non riesce ad accedervi”.

Giachetti intende anche chiudere in due anni i residence in cui sono accolti 1.700 nuclei familiari, ai quali sarà consentito di avere un alloggio vero grazie ai 25 milioni di fondi comunali del “buono casa”. Inoltre, per gli ottomila nuclei in attesa di una casa popolare, Giachetti promette di triplicare le assegnazioni degli alloggi attraverso l’acquisto di nuove case, la razionalizzazione del patrimonio esistente e la lotta all’abusivismo.

Per quanto riguarda i servizi alla persona, sono previsti sessanta milioni di euro all’anno per anziani, disabili e minori provenienti dal fondo sociale ministeriale, che “devono essere una garanzia certa”. In particolare, per anziani e disabili, oltre alla domiciliarità, si sperimenteranno forme di partecipazione dei cittadini più fragili attraverso la costruzione di percorsi abilitanti e per la realizzazione di una vita indipendente.

Per quanto riguarda i rom sarà aperto un ufficio interdipartimentale che si occuperà del superamento dei campi nel rispetto della strategia europea per l’inclusione di rom, sinti e caminanti. In particolare, il piano prevede la chiusura entro due anni di tre dei dieci campi oggi esistenti, attraverso un “percorso diversificato di interventi, coinvolgendo associazioni e municipi”.

Tra le altre proposte: il rilancio del piano contro le dipendenze, anche per contrastare il ritorno prepotente dell’eroina. Ai servizi per la riduzione del danno si affiancheranno interventi orientati al reinserimento sociale e alla prevenzione. Inoltre, per contrastare il dilagare del gioco d’azzardo patologico, sarà vietato collocare le sale da gioco in aree sensibili come scuole, ospedali, luoghi di culto e centri anziani.

Questo articolo è stato pubblicato da Redattore Sociale.

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