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Gli interessi in comune tra Erdoğan e Putin

Il presidente russo Vladimir Putin dà il benvenuto al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan in visita al palazzo di Costantino, a San Pietroburgo, in Russia, il 9 agosto del 2016. (Alexander Zemlianichenko, Ap/Ansa)

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e il presidente russo Vladimir Putin si sono incontrati, il 9 agosto, a San Pietroburgo, in Russia. È stato il loro primo incontro ufficiale dopo l’abbattimento del bombardiere russo da parte di un caccia turco, al confine turcosiriano, il 24 novembre del 2015. Entrambi i leader hanno espresso la volontà di normalizzare i rapporti tra i loro due paesi, al termine del summit durato due ore.

La distensione tra Ankara e Mosca è stata avviata all’inizio di luglio, con una lettera di scuse che Erdoğan ha mandato al Cremlino per chiudere il caso. Questa vicinanza si è rafforzata, dopo il colpo di stato fallito avvenuto il 15 luglio in Turchia.

Vladimir Putin ha espresso in diversi modi la sua vicinanza a Erdoğan che invece ha accusato l’Unione europea e gli Stati Uniti di essere stati troppo tiepidi nella condanna del golpe. Infine, russi e turchi hanno deciso di ristabilire i legami commerciali, dopo anni di competizione sul piano economico, aggravati dalle sanzioni economiche.

Non troppo nemici

Questa politica di riavvicinamento tra Mosca e Ankara non è sorprendente. Anche se russi e turchi si sono fatti la guerra diverse volte in passato e sono stati avversari, la loro storia è profondamente segnata anche da episodi di cooperazione. La diffidenza, se non il contrasto con l’occidente, è sempre stato il tema principale della loro intesa. Per esempio nel periodo tra le due guerre, i bolscevichi e i kemalisti hanno cooperato contro l’Europa. Come è testimoniato dal trattato di Mosca del 16 Marzo 1921 e dall’accordo di Montreux nel 1936 sul Bosforo e sui Dardanelli.

Anche durante la guerra fredda le relazioni tra i due paesi non sono mai state completamente interrotte. In anni recenti la presa del potere da parte di Vladimir Putin in Russia e di Recep Tayyip Erdoğan in Turchia ha stimolato le relazioni commerciali tra i due paesi, in particolare sulla gestione dell’energia. I prodotti più importanti di questa collaborazione sono stati: il gasdotto Blue stream, la centrale nucleare Akkayu in Turchia e il progetto per la costruzione del gasdotto Turkstream.

Una distensione strategica

La lista delle questioni che dividono Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdoğan è lunga, in primis i negoziati di pace in Siria. Al tavolo delle trattative sulla Siria, il presidente turco ha sostenuto che il presidente siriano Bashar al Assad debba lasciare il governo per trovare una via d’uscita al conflitto, soluzione osteggiata in maniera molto ferma da Putin, alleato di Assad. Questo riavvicinamento tra Putin ed Erdoğan potrebbe essere una buona notizia proprio per Assad, che sta riportando vittorie sul terreno di guerra contro i ribelli e contro i jihadisti dello Stato islamico, anche se i negoziati sembrano essere per ora in una fase di stallo.

Il riavvicinamento tra Ankara e Mosca fa gioco soprattutto al presidente turco che vive un momento particolarmente delicato in patria e all’estero. Il golpe in Turchia è fallito e al momento sembra aver rafforzato il suo controllo delle istituzioni, tuttavia il paese è diviso e la sua leadership è stata incrinata, così come sono stati danneggiati i suoi rapporti con gli alleati europei, con cui Ankara aveva firmato un accordo sui migranti lo scorso marzo.

Le relazioni tra la Turchia e l’occidente negli ultimi mesi si sono deteriorati al punto che Erdoğan sta considerando di unirsi all’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione a cui aderiscono Russia, Cina e India. Con il riavvicinamento a Putin, Erdoğan sta mandando un messaggio chiaro ai leader europei che ha accusato di averlo abbandonato, dopo il golpe. In particolare, Erdoğan teme di aver perso il suo ruolo di interlocutore privilegiato in Medio Oriente. I leader occidentali al momento sembrano preferire l’Iran come controparte, dopo l’accordo sul nucleare stipulato con Teheran e il ruolo giocato dalla repubblica islamica in Iraq e Siria. Le questioni che separano Erdoğan e Putin sono tuttavia numerose e la stabilità del nuovo corso nella storia dei rapporti tra i due leader è tutta ancora da sperimentare.

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