Mentre in gran parte d’Europa l’epidemia di coronavirus comincia a dare segni di rallentamento, in Russia la crescita dei contagi continua ad accelerare. Il 3 maggio nel paese sono stati registrati 10.633 nuovi casi, l’aumento più consistente dall’inizio della pandemia. In totale i casi accertati sono più di 145mila, un dato che fa della Russia il settimo paese più colpito al mondo. Il tasso di mortalità ufficiale resta però molto inferiore a quello della media degli altri paesi europei: nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 58, e in totale le vittime sono state 1.280.

Secondo le autorità russe il forte aumento dei contagi è dovuto al maggior numero di test effettuati, e molti dei nuovi casi sono asintomatici. L’epicentro dell’epidemia resta Mosca, dove si concentra circa la metà dei positivi e gli ospedali sono già oltre il limite delle loro capacità di accoglienza. Nella capitale il dato reale potrebbe essere molto più alto: secondo il sindaco Sergej Sobjanin è stato contagiato il 2 per cento degli abitanti della città, cioè circa 250mila persone.

Ma l’epidemia si sta estendendo anche nel resto del paese, comprese le zone più isolate. Secondo il Moscow Times tra i principali focolai ci sono il giacimento di gas di Chayanda (dove secondo alcuni funzionari locali potrebbero essere stati contagiati fino a tremila lavoratori) e il villaggio di Borogodskoje, entrambi in Siberia. In queste zone i servizi sanitari sono molto più precari che nelle città, e potrebbero aver contribuito a diffondere il virus.

The Moscow Times

Il contagio non ha risparmiato neanche le autorità. Il 30 aprile il premier Michail Mišustin è risultato positivo al coronavirus e ha lasciato il posto al suo vice. Il giorno successivo anche il ministro delle costruzioni è risultato infetto.

Le autorità russe hanno atteso fino al 30 marzo prima di imporre delle misure di isolamento, e anche in seguito hanno continuato a sostenere che era tutto sotto controllo. Ma la settimana scorsa il presidente Vladimir Putin ha ammesso che la situazione è “molto complicata” e ha annunciato che le misure saranno prorogate almeno fino al 12 maggio. La tradizionale parata militare del 9 maggio per celebrare la vittoria nella seconda guerra mondiale, di cui quest’anno ricorre il 75° anniversario, è stata cancellata. Molti soldati che avevano partecipato alle prove della sfilata sono risultati contagiati.

Risposte insufficienti
Le inefficienze nella gestione dell’epidemia cominciano a pesare sull’immagine del presidente. La sua popolarità è calata al 63 per cento, un dato che pur restando altissimo è il più basso dall’annessione della Crimea nel 2014. Solo il 46 per cento dei russi pensa che la sua risposta alla crisi sia stata adeguata.

Inoltre il crollo del prezzo degli idrocarburi, da cui dipende metà delle entrate del bilancio russo, sta limitando la capacità del governo di agire per mitigare le conseguenze economiche dell’epidemia. Secondo il Financial Times le misure approvate finora per sostenere i cittadini e le aziende ammontano solo a 40 miliardi di dollari, equivalenti al 2,8 per cento del pil. In alcuni luoghi ci sono già state proteste per chiedere aiuti più consistenti.

Le difficoltà legate alla pandemia stanno anche rimettendo in discussione i progetti di Putin per restare al potere oltre il 2024. Il referendum sulla riforma costituzionale che dovrebbe “azzerare” i suoi mandati presidenziali, consentendogli di essere rieletto altre due volte, era previsto per il 22 aprile ma è già stato rimandato, e secondo Meduza potrebbe non svolgersi prima di dicembre.

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