Lo scorso luglio, dopo la visita a Mosca del primo ministro ungherese Viktor Orbán e l’incontro con Vladimir Putin, l’Ungheria ha esteso ai cittadini russi e bielorussi le agevolazioni per ottenere il visto per vivere e lavorare nel paese.

La norma, giustificata dal governo di Budapest con “la necessità urgente di manodopera qualificata”, è stata duramente contestata dai vertici dell’Unione europea, che vedono nella semplificazione delle procedure un’occasione per lo spionaggio di Mosca in Europa e una minaccia alla sicurezza di tutta l’area Schengen.

Questo reportage video è prodotto dalla piattaforma europea Arte ed è disponibile in nove lingue grazie a un progetto di collaborazione tra vari giornali europei: El País (Spagna), Gazeta Wyborcza (Polonia), Internazionale (Italia), Ir (Lettonia), Kathimerini (Grecia), Le Soir (Belgio) e Telex (Ungheria). Il progetto, coordinato da Arte, si chiama Emove ed è finanziato dall’Unione europea nell’ambito delle sue politiche multimediali.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it