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L’invasione cinese del Messico

Mazatlan, Messico, 3 gennaio 2024. (Jeoffrey Guillemard, Bloomberg/Getty Images)

Lo scambio di merci sta rallentando in tutto il mondo, ma c’è un’eccezione, scrive Bloomberg: le esportazioni di prodotti cinesi in Messico. Nel 2023 erano aumentate del 35 per cento rispetto all’anno precedente, mentre a gennaio di quest’anno sono cresciute del 60 per cento. Secondo l’azienda di analisi di mercato Xeneta, questo è “oggi il flusso commerciale che cresce più rapidamente nel mondo”. Tra i motivi c’è soprattutto quello di evitare i dazi statunitensi sui prodotti cinesi: passando per il Messico, all’ingresso negli Stati Uniti si pagano i dazi agevolati dello United States-Mexico-Canada agreement, firmato nel 2020.

Un esempio eclatante è il settore delle auto. Elon Musk, l’amministratore delegato della Tesla, ha invitato i fornitori cinesi a lavorare in Messico, dove potrebbero creare impianti simili a quelli con cui a Shanghai assicurano componenti alla casa automobilistica statunitense. Musk vuole aprire un impianto per la produzione di veicoli di fascia bassa nello stato messicano di Nuevo León, grazie anche ai 153 milioni di dollari di sussidi messi a disposizione dal governo locale.

Secondo i dati preliminari diffusi dalla Ina, l’associazione dei produttori messicani di componenti per le auto, l’anno scorso erano attive nel paese 33 aziende cinesi, diciotto delle quali esportano negli Stati Uniti. Nel frattempo, per la prima volta in vent’anni il Messico ha superato la Cina come principale fonte delle importazioni statunitensi.

Questo testo è tratto dalla newsletter Economica.

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