Intorno alle 12.30 (ora locale) del 13 marzo all’ospedale Ohmatdyt di Kiev è arrivato un ferito con un’ambulanza, ci hanno detto che si trattava di un giornalista statunitense. Aveva una ferita più superficiale in fondo alla schiena e una sulla gamba, ma era cosciente.
Il giornalista ha raccontato che aveva accettato un passaggio in auto per attraversare il ponte che collega Kiev a Irpin, la città a nordovest della capitale ucraina in cui si sta combattendo da giorni e che è già sotto il controllo parziale dei russi. Superato un checkpoint, l’auto era stata raggiunta da diversi spari, aveva fatto marcia indietro per scappare dal fuoco, ma i due giornalisti che erano a bordo erano stati colpiti dai proiettili.
Il giornalista, che poi abbiamo identificato come il freelance Juan Arredondo, ha spiegato che era in macchina con un suo collega e amico, Brent Renaud, un documentarista statunitense di cinquant’anni che ha collaborato per quindici anni con il New York Times. Arredondo ci ha detto che Renaud era stato colpito al collo e che era stato lasciato a terra. Arredondo è stato subito portato in sala operatoria, e al termine dell’operazione, circa due ore dopo, i medici ci hanno detto che non è in pericolo di vita.
Nel frattempo è stata confermata la notizia della morte del giornalista che era con lui, Brent Renaud. I due giornalisti erano andati sul ponte di Irpin, dove dal 6 marzo arrivano gli sfollati di Irpin e Buča, le due città a nordovest della capitale da cui passa in questo momento la linea del fronte. Arredondo ci ha detto che era lì per documentare proprio la fuga degli sfollati. Dopo la morte di Renaud, il sindaco di Irpin Oleksandr Markouchin ha vietato l’accesso dei mezzi d’informazione alla zona.
L’arrivo del giornalista ferito all’ospedale di Kiev (video di Annalisa Camilli)
Danylo Shapovalov, un medico dell’ospedale di Kiev, ci ha detto che Renaud “è stato colpito da un proiettile alla nuca ed è morto sul colpo”. Inizialmente è circolata la notizia che il giornalista ucciso lavorasse per il New York Times, perché aveva un vecchio tesserino stampa. Ma il quotidiano statunitense in un comunicato ha smentito che Renaud fosse lì per loro.
Le autorità ucraine hanno accusato i russi di aver sparato contro i due giornalisti, ma la dinamica dell’incidente non è ancora chiara. Secondo i giornalisti che erano nella zona, in quel momento sono stati sparati colpi di mortaio e proiettili in una zona in cui da giorni vanno avanti intensi combattimenti.
L’intervista al giornalista ferito (video di Annalisa Camilli)
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it