Il 21 gennaio Benito, la giraffa più famosa del Messico, è partito per un viaggio di quasi duemila chilometri da Ciudad Juárez, nello stato settentrionale di Chihuahua, a Puebla, nel centro del paese. È stato trasportato su una roulotte speciale pensata per i suoi quattro metri e mezzo di altezza e più di due tonnellate di peso, e accompagnato da una squadra di veterinari, specialisti della fauna selvatica e da alcuni agenti della guardia nazionale.
Durante la traversata per undici stati del paese, alcuni segnati dalla violenza dei cartelli della droga, il gruppo di esperti ha avuto un unico obiettivo: far sì che l’animale stesse bene e si stressasse il meno possibile. La squadra è stata coordinata da Frank Carlos Camacho, il direttore dell’Africam Safari, a Puebla, dove Benito si unirà a un branco di sette giraffe dopo alcuni giorni di osservazione per accertarsi che sia in buona salute e dargli il tempo di abituarsi al nuovo luogo, ai suoi rumori, ai versi degli altri animali.
Il trasferimento della giraffa è considerato una vittoria per il movimento animalista e non sarebbe stato possibile senza la pressione di un gruppo di cittadini che per mesi ha denunciato le condizioni inadeguate in cui viveva. L’animale, allevato in cattività, era arrivato lo scorso maggio nel Parque central di Ciudad Juárez, gestito dal governo statale. Era stato rinchiuso in un piccolo lotto polveroso dove c’erano solo una capanna di cemento e un telo per proteggersi dal sole.
La preoccupazione degli attivisti era aumentata con l’arrivo delle rigide temperature invernali, quando la giraffa aveva cominciato a sviluppare dei comportamenti compulsivi indicativi di un forte stato di stress. Camacho ha spiegato che ora Benito dovrà abituarsi a poco a poco al suo nuovo habitat e a un diverso tipo di alimentazione, distinta da quella che aveva a Ciudad Juárez: il nuovo menù comprende rami di acacie africane, che la giraffa non conosce e non ha mai mangiato prima, ma sono quelli di cui si nutrono le giraffe in Africa.
La storia della giraffa Benito ha riportato all’attenzione le condizioni disastrose in cui si trovano molti giardini zoologici in Messico, un paese tra l’altro dove ci sono pochissime restrizioni per comprare animali selvaggi. Come risposta a questa situazione, però, sono cresciuti l’attivismo e la coscienza civica di molti cittadini a favore dei diritti degli animali.
Questo testo è tratto dalla newsletter Sudamericana.
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