Il 21 gennaio scorso, un ingegnere tedesco di nome Steffen Löhnitz ha tenuto una conferenza stampa all’aperto nel centro di Vienna a cui hanno partecipato rappresentanti dei mezzi d’informazione “alternativi” austriaci e tedeschi. Malgrado il freddo, voleva rendere nota la sua convinzione che l’Austria avesse deliberatamente gonfiato il numero dei contagi da covid-19 per giustificare un nuovo lockdown, paragonando il governo a una “organizzazione criminale”.
I commenti di Löhnitz sono subito diventati virali, come del resto era facilmente prevedibile se si considera che in Austria e Germania ci sono grossi movimenti di negazionisti del covid. Più sorprendente, invece, è che una delle organizzazioni mediatiche che ha svolto un ruolo essenziale nell’amplificare queste tesi abbia il suo quartiere generale a New York e sia legata a un gruppo religioso dissidente cinese.
L’edizione in lingua tedesca dell’Epoch Times, un’azienda di comunicazione internazionale fondata più di vent’anni fa negli Stati Uniti dai seguaci del movimento Falun Gong, ha sostenuto che già da tempo Löhnitz aveva rivelato i veri numeri delle infezioni da coronavirus, e ha riportato le sue accuse di frode ai danni della popolazione austriaca e tedesca come un dato di realtà. L’articolo è stato condiviso migliaia di volte su Facebook e rilanciato dai maggiori esponenti di Querdenken, il movimento tedesco contro il lockdown, attraverso i loro canali pubblici su Telegram.
Non era la prima volta. Dall’inizio della pandemia, gli articoli dell’Epoch Times contenenti informazioni false o fuorvianti sul covid o sui presunti pericoli dei vaccini circolano ampiamente sui social network tedeschi. “The Epoch Times ha avuto un ruolo notevole nel trasmettere e amplificare molte narrazioni contro i vaccini”, dice Raquel Miguel, una ricercatrice dell’organizzazione di monitoraggio Eu DisinfoLab.
Le teorie del complotto
Ma perché una pubblicazione fondata dai seguaci di un movimento religioso fuggito dalla Cina dopo un giro di vite del governo è così interessata a incoraggiare lo scetticismo sul covid? La risposta è in un particolare mix di circostanze che si distingue perfino nel mondo bizzarro della disinformazione online. A differenza di alcune delle organizzazioni più tristemente note, l’Epoch Times non è appoggiato da un governo che vuole creare problemi ai suoi avversari. Dopo essere stato per molti anni un oscuro critico del Partito comunista cinese, è salito alla ribalta in occidente per il suo vigoroso sostegno a Donald Trump durante le elezioni presidenziali del 2016, e ben presto è passato a propagare le teorie complottiste diffuse nella destra statunitense. Ma a volte è anche apparso mosso dalla smania di guadagnare clic e influenza almeno quanto dal desiderio di portare avanti una particolare visione del mondo.
Dall’inizio della pandemia, l’Epoch Times ha avuto un impatto sempre maggiore – e meno discusso – in Europa. Attualmente esce in 33 paesi e 31 lingue, ed è diventato una fonte d’informazioni fondamentale per i movimenti che negano il covid e rifiutano i vaccini in paesi come Francia, Italia e Spagna. L’organizzazione al momento sta cercando giornalisti nel Regno Unito.
Ma in Europa il caso più clamoroso è quello della Germania. Articoli molto condivisi tratti dall’edizione tedesca dell’Epoch Times riecheggiano la teoria complottista della sostituzione etnica, secondo cui la pandemia è un preciso progetto di una misteriosa élite globale, e gettano dubbi sulla sicurezza e l’efficacia dei test e dei vaccini contro il covid. I principali esponenti di Querdenken, intervistati da openDemocracy, considerano l’Epoch Times una fonte affidabile. Secondo i dati raccolti dallo studioso di dati politici Josef Holnburger del Centro per il monitoraggio, l’analisi e la strategia (Cemas), per gran parte della pandemia l’edizione tedesca di Epoch Times è stata la fonte di informazione più condivisa nel vasto movimento negazionista del covid.
Non tutto quello che viene pubblicato da questa testata è disinformazione, molti suoi contenuti sono servizi e reportage ripresi dalle agenzie di stampa. Ma secondo NewsGuard, che valuta la credibilità dei siti di news e monitora la disinformazione, l’Epoch Times raccoglie e presenta le notizie in modo non responsabile, raramente corregge o spiega gli errori e rimane opaco su proprietà e finanziamenti.
Fino a oggi, le organizzazioni che monitorano la disinformazione hanno sempre ritenuto che la maggiore minaccia fosse rappresentata dai mezzi d’informazione appoggiati dagli stati. Ma molti rappresentanti di queste organizzazioni hanno detto a openDemocracy che l’Epoch Times sta raggiungendo un livello di operatività paragonabile. “La Russia non è l’unico attore negativo”, dice Angelo Carusone, a capo dell’organizzazione statunitense non profit Media Matters. “Se fosse un’iniziativa russa, tutto il mondo ci si starebbe dedicando”. Considerando la portata e l’impatto che l’Epoch Times vanta in tutto il mondo, non sarebbe ora di cominciare a prestare maggiore attenzione a quello che fa?
Un movimento messo al bando
L’Epoch Times è stato fondato nel 2000 da John Tang, un seguace del Falun Gong residente negli Stati Uniti, e originariamente era un quotidiano in lingua cinese che voleva opporsi alla repressione di questo movimento religioso a opera del governo di Pechino. Lo stesso Falun Gong era stato fondato nella Cina del nord qualche anno prima da Li Hongzhi, che lo lanciò come pratica di autocoltivazione spirituale – un insieme di leggeri esercizi fisici, discipline mentali e principi morali simili a quelli del buddismo e del taoismo. La visione del mondo del Falun Gong è stata incline al conservatorismo fin dall’inizio, con Li che promuoveva il ritorno alla morale tradizionale e lanciava moniti contro il progresso scientifico e tecnologico fuori controllo, suggerendo che nei paradisi esiste la segregazione razziale e definendo l’omosessualità “una condizione mentale sudicia e deviante”. Affermazione che il sito del movimento nega. Gli scritti rivelano anche un interesse per il paranormale, e alludono alla possibilità che le piramidi siano state costruite dagli abitanti di Atlantide, o che i letti degli oceani siano abitati da popolazioni umanoidi.
In un primo momento, il Falun Gong preferì evitare di assumere pubblicamente posizioni politiche, ma la situazione cambiò nel 1999, quando il governo cinese cominciò a perseguitarlo, bollandolo come “culto malvagio”. Quando i seguaci del Falun Gong organizzarono una serie di manifestazioni per denunciare la copertura negativa dei mezzi d’informazione e la repressione della polizia, l’allora leader cinese Jiang Zemin definì l’ascesa del movimento il più grave sviluppo politico dopo piazza Tienanmen. Le autorità dichiararono illegali le organizzazioni del Falun Gong e avviarono arresti di massa dei suoi seguaci. Non ci sono cifre affidabili sugli arresti, ma Benjamin Penny, un accademico australiano che studia il movimento, calcola che siano stati migliaia.
Con molti suoi praticanti ormai residenti all’estero, il Falun Gong è diventato fortemente critico nei confronti del governo cinese. Anche se nega qualunque legame diretto con il movimento, Epoch Times nel 2004 ha pubblicato il volume I nove commenti sul Partito comunista cinese, che descrive il Partito comunista cinese come “una forza contro la natura e l’umanità che provoca un’agonia e una tragedia infinite”. Oggi il Falun Gong, conosciuto anche come Falun Dafa, è presente in 95 paesi e i suoi seguaci si possono incontrare sulle strade di Londra, Berlino, Madrid e Roma impegnati a distribuire volantini contro i presunti crimini del Partito comunista cinese.
Lo spostamento di The Epoch Times verso la destra radicale è cominciato in Europa durante la crisi dei profughi del 2015
I seguaci del movimento spesso sono persone serie e con buone intenzioni che trovano un profondo significato nelle pratiche spirituali del movimento, che, dicono, predica la comprensione e l’onestà. Molti dei suoi praticanti non hanno nulla a che vedere con l’Epoch Times. Ma due suoi ex collaboratori hanno detto a openDemocracy che i giornalisti che ci lavorano di regola sono seguaci del movimento. Hanno anche sostenuto che la direzione editoriale viene da Li, il quale ha parlato dell’Epoch Times e di altri mezzi d’informazione gemelli come New Tang Dynasty Television come dei “nostri mezzi d’informazione”.
Nel settembre del 2003 l’Epoch Times lanciò un sito d’informazione in inglese con un’edizione stampata che un anno dopo circolava a New York. Ben presto seguirono edizioni in spagnolo, russo, tedesco, francese, rumeno, svedese, ceco e slovacco. Queste iniziative furono accompagnate, nei primi anni 2000, dal lancio di diversi altri mezzi d’informazione legati al Falun Gong, tra cui Vision Times, il network radiofonico The Sound of Hope e New Tang Dynasty Tv. Non è chiaro da dove arrivino i finanziamenti per questi organi di informazione. Secondo il New York Times, diversi ex dipendenti dell’Epoch Times credevano che si finanziasse con un mix di abbonamenti, pubblicità e donazioni di facoltosi seguaci del Falun Gong.
L’appoggio dell’Epoch Times a Donald Trump di solito viene spiegato con il fatto che era percepito come ostile alla Cina. La Nbc ha scoperto che in sei mesi del 2019 l’Epoch Times ha speso un milione e mezzo di dollari per 11mila annunci a favore di Trump, secondo solo alla campagna dello stesso presidente uscente. Ma il suo spostamento verso la destra radicale in realtà era cominciato in Europa durante la crisi dei rifugiati del 2015, e sembra sia stato sia un prodotto delle dinamiche dei media online sia una deliberata decisione editoriale.
Quando la crisi dei rifugiati arrivò a dominare le prime pagine, l’edizione tedesca dell’Epoch Times cominciò a vedere un sensibile aumento del traffico, dovuto soprattutto alla copertura del gruppo anti-migranti Pegida e alle interviste a esponenti politici del nuovo partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD). Secondo la piattaforma Meedia, nel gennaio del 2016 il sito web in lingua tedesca è stato visitato 4 milioni di volte contro 1,7 milioni dell’anno precedente. Nel 2017 l’Istituto per il dialogo strategico, un centro studi contro gli estremismi, rilevava che l’edizione tedesca “diffonde false notizie antidemocratiche e teorie complottiste, incita all’odio contro i migranti e promuove indirettamente l’AfD”. Gran parte della copertura dell’AfD e di Pegida realizzata dal sito sembra sia stata cancellata.
Nel 2017 la giornalista Stefanie Albrecht ha trascorso una settimana lavorando sotto copertura nella redazione dell’Epoch Times a Berlino per il canale televisivo tedesco Rtl. Il primo giorno Albrecht racconta che è entrata in un edificio un po’ trasandato e ha salito le scale per raggiungere una piccola redazione di soli 45 metri quadrati, che riusciva comunque a contenere le scrivanie di cinque o sei collaboratori. Le pareti erano decorate con poster dello Shen Yun, una compagnia di danza legata al Falung Gong che si esibisce in tutto il mondo. Albrecht spiega che tutti i giornalisti dell’Epoch Times con cui ha lavorato erano seguaci del Falun Gong. “A un certo punto suonava una campanella per ricordare a tutti che era ora di meditare”, ha raccontato. “Si sedevano davanti al loro computer per meditare una decina di minuti, e poi si rimettevano al lavoro”.
Albrecht ha sentito i suoi nuovi colleghi che esponevano teorie complottiste, compresa quella del “pizzagate”, sul traffico sessuale di bambini negli Stati Uniti, quella anti immigrati della “sostituzione etnica” e un’altra sulle macchine per cambiare il clima. Nessuno dei suoi colleghi aveva una formazione giornalistica, uno era un fisico, un’altra faceva la fashion blogger, e scrivevano articoli esclusivamente dalla redazione. Uno di loro le disse che avevano poco tempo per fare ricerche e a volte si limitavano a riconfezionare i contenuti pubblicati da siti “alternativi”, senza controllarli. “Riprendevano spesso le storie scritte da blogger di destra”, racconta Albrecht. Un giorno, quando ha chiesto se qualcuno aveva controllato un articolo scritto da un collaboratore esterno su un presunto aumento dei reati commessi dai profughi, una persona dello staff le ha risposto: “Non ho idea da dove venga questo articolo… a volte peschiamo semplicemente le storie da internet”.
Il direttore dell’edizione tedesca disse ad Albrecht che la testata aveva legami con i conservatori e voleva tornare a un modo di vita “vecchio stile”. Ma Albrecht sospettava che ci fosse anche una motivazione più prosaica: pubblicare contenuti che attirassero “più clic”. All’epoca significava cavalcare l’ondata populista antimigranti che si stava facendo strada nella politica tedesca.
Carusone, il direttore di Media Matters, concorda con quest’analisi. “Cercano di sfruttare le infrastrutture migliori o quelle che offono la possibilità di conquistare pubblico, portata e influenza”, dice, aggiungendo che questa complessità rende The Epoch Times “radicalmente diverso e difficile da capire”. Questo perché il giornale non usa lo stesso metro di misura del successo di altri organi di informazione che potrebbero essere motivati dal denaro o da una precisa agenda politica. Invece, spiega Carusone, il suo obiettivo è “convertire le persone al loro universo di reindirizzamento dell’attenzione”: catturando la loro attenzione con i contenuti sull’estrema destra, poniamo, prima di portarli alla critica del Partito comunista cinese.
Oggi secondo Albrecht la stessa caccia ai lettori e all’influenza spinge il contenuto in una direzione diversa. “Adesso possono attirarli con il covid-19 e mettendo in dubbio l’efficacia dei vaccini”, dice.
Scetticismo antivaccini
La pandemia è stata strumentalizzata da molti organi di disinformazione, ma a The Epoch Times ha offerto diverse opportunità. Il fatto che il covid-19 abbia fatto la sua comparsa in Cina e che il governo cinese sia stato accusato di ostacolare le iniziative internazionali per accertare le origini del virus può aver fornito un incentivo. Gli osservatori che conoscono bene la testata sottolineano anche come, in linea con gli insegnamenti del Falun gong, abbia sempre mostrato scetticismo nei confronti della scienza e della medicina moderne.
“Il Falun gong ha una storia di rifiuto della medicina moderna che ovviamente si combina bene con le idee di molte comunità no-vax”, dice Elise Thomas, una ricercatrice dell’Institute for strategic dialogue. La convinzione che seguire gli insegnamenti di Li possa prevenire le malattie è diffusa tra i praticanti del Falun gong. “Sono contro la medicina da molto tempo”, afferma Ben Hurley, ex dipendente di The Epoch Times Australia ed ex seguace del movimento. “Gli ex credenti conoscono molte persone morte per patologie che potevano essere curate”, ha detto. “Sono convinti di non aver bisogno della medicina perché sono esseri superumani”.
La propaganda si è mossa in molte direzioni durante la pandemia. Gli organi d’informazione filocinesi, per esempio, hanno tentato di sviare le critiche per la diffusione del covid promuovendo fonti che accusano gli Stati Uniti. Ma The Epoch Times non si è limitato a indicare le colpe del governo cinese, e ha promosso per esempio la teoria secondo cui il covid sarebbe fuggito da un laboratorio di ricerca cinese, senza alcuna prova a confermare questa tesi, oppure lo ha definito “il virus del Pcc”, una frase che riecheggia la definizione trumpiana di “virus cinese”.
In Europa The Epoch Times ha attivamente corteggiato l’attenzione dei negazionisti del virus. Un articolo ampiamente condiviso su Telegram chiedeva “Quanto è davvero grave la pandemia da coronavirus?” e sosteneva che il virus non aveva provocato un eccesso di mortalità. Un altro alludeva a effetti collaterali “potenzialmente mortali” dei vaccini anticovid e sosteneva nel titolo che dopo l’immunizzazione le probabilità d’infettarsi gravemente sarebbero aumentate.
Verso la fine del 2020, stando a esperti come Holnburger, la tempesta di materiali in sostegno a Trump dell’edizione tedesca ha contribuito ad alimentare un’ossessione per il presidente uscente tra i negazionisti del covid in Germania. Un’inchiesta condotta da openDemocracy – su Telegram e con interviste agli scettici – ha riscontrato che i contenuti di The Epoch Times erano onnipresenti tra chi organizzava gli enormi raduni contro le restrizioni anticovid in Germania o vi partecipava, compresi i membri dei gruppi QAnon tedeschi. Le teorie complottiste sulla sconfitta elettorale di Trump hanno continuato a circolare tra i gruppi no-vax tedeschi, e The Epoch Times sembra aver svolto un ruolo importante in questo fenomeno.
Nel resto d’Europa
Modelli molto simili si possono vedere anche altrove in Europa, come hanno osservato l’anno scorso per un periodo di dieci settimane openDemocracy e Social Elephants, una azienda di analisi e gestione dei social media con sede a Barcellona. La pagina Facebook dell’edizione francese di The Epoch Times, che ha quasi 1,5 milioni di follower, ha attirato oltre 800mila visite e ha spesso coperto personaggi del movimento contro le restrizioni anticovid, tra cui Alexandre Juving-Brunet, che ha annunciato di volersi candidare alla presidenza con una piattaforma di “verità, libertà e sovranità”. La pagina Facebook di The Epoch Times Italia, che ha una base più ridotta di 350mila follower, condivide spesso articoli del sito web principale sulle proteste contro il green pass, compreso un articolo che parla di “segregazione” dei non vaccinati. Ha anche seguito con attenzione i gruppi di protesta “No green pass” e “basta dittatura”, intervistando ripetutamente i suoi leader. In Italia, molti sostenitori di queste proteste affermano di essere motivati da preoccupazioni per le libertà civili, lo stesso obiettivo originariamente dichiarato da Querdenken in Germania. Ma le proteste hanno anche attirato teorici del complotto, manifestanti violenti e neofascisti.
Le edizioni in lingua spagnola vantano oltre sette milioni di seguaci su Facebook e oltre 25 milioni di iscritti su YouTube, anche se il pubblico a cui mirano è soprattutto quello delle Americhe. Ma i canali pubblicano anche materiali che amplificano le tesi del partito spagnolo di estrema destra Vox, che si è opposto alle restrizioni sanitarie. Rafael Palacios, noto teorico del complotto spagnolo, condivide spesso i contenuti di Epoch Times sul suo canale Telegram.
Un mistero impenetrabile
Malgrado gli sforzi di giornalisti e ricercatori, molte operazioni interne di Epoch Times rimangono una scatola nera. OpenDemocracy ha contattato decine di attuali ed ex collaboratori in Europa, ma sono stati in pochi a rispondere. “C’è una forte mentalità ‘noi e loro’”, ha detto Hurley, l’ex dipendente australiano. “I seguaci del Falun gong si ritengono esseri spirituali superiori e pensano che le persone ‘normali’ siano ignoranti e letteralmente volgari, fuori strada – non sanno quello che vogliono”.
Almeno esteriormente, la struttura di The Epoch Times appare simile a quella di una qualunque organizzazione editoriale. Gran parte delle edizioni internazionali riprendono una selezione di articoli – spesso su Trump o la Cina – dall’edizione statunitense. Stando a quanto ha detto un ex membro dello staff nel quartier generale di New York che ha accettato di parlare con openDemocracy a condizione di restare anonimo, le delegazioni delle edizioni internazionali si recavano a New York per partecipare alle riunioni. Nel 2017, l’editore delle edizioni in lingua inglese ha dichiarato al sito ChinaFile che “non c’erano telefonate editoriali, non c’era una comune pianificazione editoriale, non c’era condivisione delle risorse editoriali”. Hurley aveva la sensazione che la direzione editoriale arrivasse da New York, dove risiede quella che ha definito “la famiglia reale” del Falun gong.
Stando a Hurley, e anche a The Atlantic e al New York Times, molti autori di Epoch Times sono volontari non retribuiti. “È una sorta di missione spirituale per la causa”, ha detto Hurley. Carusone, di Media Matters, l’ha definito un esempio di struttura “diffusa”, tipica di un’organizzazione che promuove campagne.
Fino a qualche mese fa, l’edizione italiana contava sugli studenti di mediazione linguistica dell’università Gregorio VII che frequentavano stage non retribuiti di vari mesi e per lo più traducevano articoli ripresi dall’edizione statunitense. Due ex stagisti contattati da openDemocracy hanno dichiarato di non essere a conoscenza dell’identità e degli obiettivi dell’organizzazione. Ilaria Di Cola, che ci ha lavorato nel 2016, dice che prima di cominciare lo stage non conosceva la testata. Di Cola traduceva articoli su argomenti che spaziavano dagli affari cinesi alla preistoria fino alla composizione del cosmo. Quasi tutte le comunicazioni erano via mail: Di Cola non è mai stata invitata in un ufficio e non ha mai conosciuto i suoi supervisori, che hanno tenuto spenta la webcam durante l’unica videochiamata fatta con lei. Di Cola dice che lo stage l’ha aiutata a vedere il governo cinese in una luce diversa: “Non voglio dire che ho cambiato le mie opinioni sul governo cinese, perché prima non avevo opinioni molto precise”, spiega. “Ma lo stage le ha influenzate”.
Victor Westerkamp, un artista musicale e teatrale che risiede nei Paesi Bassi, è citato in molte edizioni dell’Epoch Times come reporter freelance. Contattato da openDemocracy, Westerkamp racconta che ora scrive per Vision Times, un’altra pubblicazione legata al Falun gong. “Quello che abbiamo in comune con The Epoch Times è che partecipiamo tutti alla pratica del Falun gong ed è da qui che viene la nostra determinazione e, auspicabilmente, la nostra saggezza interiore”, spiega in un’email. Westerkamp ha un’opinione particolarissima sulle ragioni della mancata attenzione per la crescita di The Epoch Times in Europa: “Come forse saprà, tutte le aziende del mondo appartengono alla Blackrock e alla Vanguard, ma non noi”, dice alludendo a due delle più grandi aziende d’investimento. “Noi siamo indipendenti. È per questo che la nostra influenza viene ignorata dai mezzi d’informazione mainstream”.
E continua: “Di fatto, c’è una battaglia in corso tra la luce (la verità) e le tenebre (la menzogna)”, dando voce a una convinzione largamente condivisa tra i seguaci del Falun gong. “Per come la vedo io, loro lavorano per il diavolo, mentre noi lavoriamo per dio”.
(Traduzione di Giuseppina Cavallo)
Questo articolo è uscito su openDemocracy. È stato realizzato con il sostegno dell’Investigative Journalism for Europe (IJ4EU).
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