Secondo il Programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep) l’aumento della temperatura globale potrebbe arrivare a quasi tre gradi se i paesi firmatari dell’accordo di Parigi si limiteranno agli impegni assunti finora per limitare le emissioni di gas serra.
L’edizione 2023 del rapporto Emission gap, che confronta le promesse dei governi con gli sforzi che sarebbero necessari per centrare gli obiettivi dell’accordo, stima che gli impegni incondizionati contenuti nei contributi determinati a livello nazionale (Ndc) potrebbero portare la temperatura media a raggiungere i 2,9 gradi in più rispetto al periodo preindustriale, anche se (ed è un grosso se) fossero applicati alla lettera. Un tale livello di riscaldamento potrebbe avere conseguenze catastrofiche, come lo scioglimento incontrollato delle calotte glaciali e la scomparsa della foresta amazzonica. Se fossero rispettati anche gli impegni incondizionati, cioè quelli che dipendono da altri fattori come i finanziamenti esterni, il riscaldamento potrebbe essere limitato a 2,5 gradi.
Per centrare l’obiettivo più ambizioso degli accordi di Parigi, cioè limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5 gradi, le emissioni globali dovrebbero calare del 42 per cento entro il 2030, una prospettiva considerata ormai irrealizzabile da molti scienziati e a cui l’Unep attribuisce appena un 14 per cento di probabilità. Per rispettare l’obiettivo base invece servirebbe un calo del 28 per cento. Ma le emissioni globali continuano a crescere: nel 2022 sono state dell’1,2 per cento più alte che nel 2021, toccando un record di 57,4 gigatonnellate di anidride carbonica equivalente.
Per invertire la rotta, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha chiesto ai paesi che parteciperanno alla conferenza sul clima (Cop28) in programma a Dubai a partire dal 30 novembre di sottoscrivere l’impegno a triplicare la capacità installata globale degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, portandola a undicimila gigawatt.
Questo testo è tratto dalla newsletter Pianeta.
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