Secondo l’ultima edizione del rapporto Global carbon budget, presentato alla conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico a Baku, nel 2024 le emissioni di anidride carbonica sono destinate a toccare un nuovo record di 41,6 miliardi di tonnellate, il 2 per cento in più rispetto al 2023.
Le conclusioni del rapporto smentiscono le previsioni secondo cui il 2024 avrebbe potuto essere l’anno in cui le emissioni avrebbero finalmente cominciato a calare.
Invece la produzione di anidride carbonica legata all’uso di combustibili fossili, che rappresentano il 90 per cento del totale, dovrebbe salire dello 0,8 per cento, circa la metà rispetto all’anno precedente.
In parte questo è dovuto alla siccità che ha colpito diverse regioni del pianeta, limitando la produzione delle centrali idroelettriche e aumentando il ricorso alle fonti fossili.
Inoltre le temperature eccezionalmente elevate registrate nei mesi scorsi hanno spinto a usare di più l’aria condizionata in molti paesi, facendo levitare la domanda di energia elettrica.
Ma alla crescita complessiva delle emissioni hanno contribuito anche quelle legate all’uso del suolo, in particolare all’aumento degli incendi e alla riduzione della capacità di assorbimento degli ecosistemi, che è calata del 40 per cento a causa del caldo estremo.
La buona notizia è che la Cina, responsabile di quasi un terzo dell’anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera, potrebbe aver finalmente raggiunto il picco.
Secondo il rapporto le emissioni cinesi dovrebbero aumentare dello 0,2 per cento nel 2024, ma visto il margine d’incertezza delle proiezioni il saldo reale potrebbe essere pari a zero o addirittura negativo.
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