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Kanye West accusato di violenza sessuale

Kanye West al festival Coachella, in California, 20 aprile 2019. (Timothy Norris, Getty Images for Coachella)

Dopo Sean Combs, un tempo noto come Puff Daddy o P. Diddy, un altro nome di punta dell’hip-hop statunitense potrebbe finire al centro di un’inchiesta per reati sessuali: si tratta di Kanye West. L’ex assistente di West, Lauren Pisciotta, che ha lavorato per lui tra il 2021 e il 2022, ha accusato il musicista di averla drogata e di aver abusato sessualmente di lei a una festa organizzata proprio insieme a Combs, anche se quest’ultimo secondo la donna non avrebbe partecipato alla violenza. I fatti sono avvenuti in un periodo non meglio specificato, ma all’epoca la donna non lavorava ancora per West.

In una causa depositata l’8 ottobre presso il tribunale di Los Angeles, Pisciotta ha dichiarato che alcuni anni fa è stata invitata a una festa in uno studio di registrazione di Santa Monica dove era presente un’artista musicale con cui lei stava lavorando. L’evento era stato organizzato da West insieme a Combs. Nello studio, secondo alcuni documenti ottenuti dal quotidiano britannico The Independent, sono state servite delle cose da bere. Kanye West ha detto ai presenti che erano costretti a berle, oppure dovevano andarsene. Pisciotta ha dichiarato che subito dopo aver finito il suo bicchiere è entrata “in uno stato alterato”. Il giorno dopo si è svegliata e non si ricordava niente della notte precedente.

La donna, che aveva già fatto causa a West a giugno, accusandolo di ingiusto licenziamento e di altri episodi di violenza sessuale, ha spiegato di essere venuta a conoscenza della violenza subita a Santa Monica solo anni dopo, nel periodo in cui lavorava per West. Sarebbe stato lui stesso ad ammettere, seppur minimizzandolo, quello che aveva fatto.

Secondo l’accusa West avrebbe commesso violenza nei confronti di Pisciotta anche in altre occasioni: nel 2021 in un hotel a San Francisco sarebbe entrato in camera della donna e l’avrebbe costretta a un atto sessuale non consensuale; dietro le quinte di un concerto di Post Malone l’avrebbe presa per il collo e le avrebbe messo la lingua nell’orecchio di fronte alla moglie di West, Bianca Censori, rimasta apparentemente impassibile di fronte alla scena. La presunta vittima dichiara di aver sofferto di ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico in seguito alle violenze subite.

Nel frattempo il caso di Sean Combs va avanti. Il 10 ottobre un giudice di Manhattan ha fissato una data per il processo al rapper, che dovrebbe cominciare il 5 maggio 2025. Combs, tra le altre, deve rispondere delle accuse di associazione a delinquere, traffico sessuale e frode. Il musicista si dichiara innocente e rimarrà in carcere perché diversi giudici gli hanno negato la cauzione, stabilendo che è socialmente pericoloso e può far del male anche ai testimoni.

Combs è accusato di aver adescato ragazze, a volte anche ragazzi, costringendole a fare sesso con lui, sia da soli sia in gruppo. I fatti sarebbero avvenuti a partire dagli anni novanta. In alcuni casi filmava l’accaduto e lo mostrava ad altre persone. Spesso il rapporto avveniva dopo che le vittime erano state drogate contro la loro volontà, e durante gli atti sessuali erano incoscienti. Il rapper in diverse occasioni ha maltrattato e minacciato le sue vittime, a quanto pare aiutato da alcune delle persone che lavoravano per lui. Alcune donne negli ultimi anni gli hanno fatto causa, compresa la sua ex fidanzata, la cantante e attrice Cassie Ventura. Un video girato dalle telecamere di sicurezza in un hotel di Los Angeles nel marzo 2016 documenta un maltrattamento del rapper nei confronti di Ventura. Secondo la donna, le violenze e gli abusi nei suoi confronti sono andati avanti per dieci anni.

Combs per anni è stato un musicista molto influente e popolare del rap statunitense. Era famoso sia per le sue canzoni sia per essere stato il produttore di Notorious B.I.G., Mary J. Blige e altri nomi importanti dell’hip-hop. Alle sue feste, i cosiddetti white parties, partecipavano molte celebrità.

Se le accuse nei confronti di Kanye West e Sean Combs venissero confermate, la necessità di un #MeToo nel mondo della musica statunitense, e in particolare nel mondo del rap, si farebbe sempre più pressante. Forse è davvero arrivato il momento di aprire un dibattito sul modo in cui vengono trattate le donne nell’industria musicale, non solo negli Stati Uniti.

Questo testo è tratto dalla newsletter Musicale.

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