Il fatto è che Vultures 1, il nuovo disco di Kanye West insieme a Ty Dolla Sign, non è neanche male, anzi. Ma parlare dell’album, la prima parte di una trilogia pubblicata lo scorso fine settimana dopo la solita serie di rinvii (era previsto per novembre, tant’è che West avrebbe dovuto presentarlo in anteprima all’Arena Campovolo di Reggio Emilia) sembra quasi inutile. È irrilevante evidenziare la brillante produzione di Talking, brano realizzato insieme a James Blake in cui esordisce al microfono la figlia di dieci anni, North West, e nel quale Ty Dolla Sign riflette sulla paternità chiudendo il pezzo con un verso poetico (“Once again, the clouds are gathering to release what they held in”), cantato insieme a Kanye. Il video del brano, tra l’altro, è stato diretto dai fratelli D’Innocenzo.

Ha poco senso raccontare Paid, dove West campiona un brano house della Chicago anni novanta (facendo un’operazione simile a quella di Beyoncé in Renaissance); oppure parlare delle influenze gospel dell’iniziale Stars (dove cantano anche i tifosi della curva nord dello stadio San Siro, una cosa che solo uno come West potrebbe concepire); o, ancora, delle parti vocali di Good (don’t die), che omaggia I feel love portando il classico di Donna Summer verso territori imprevisti.

E invece, ancora una volta, più che di musica siamo costretti a parlare della persona Kanye West. Che, va ricordato, soffre di problemi mentali seri, anche se questo non giustifica quello che fa.

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Kanye West, ancora una volta, oscura la sua musica con una condotta che fa del male a lui ma, probabilmente, anche a chi gli sta intorno. Alle dichiarazioni antisemite e sessiste degli ultimi mesi si sono aggiunte vicende più recenti come il trattamento riservato alla compagna Bianca Censori, esposta quasi nuda ogni giorno sui suoi profili social come un trofeo e, secondo la sua famiglia, tenuta in una specie di isolamento.

Nel brano Carnival il rapper si paragona provocatoriamente a R. Kelly e Bill Cosby, due afroamericani condannati per gravi reati sessuali, mentre in Vultures dice: “How I’m anti-semitic? I just fucked a Jewish bitch” (direi che non serve la traduzione). Cosa sta cercando di dirci uno dei più grandi geni musicali viventi (la parola genio non è esagerata per definire West, per quanto mi riguarda)? Dove lo porteranno i suoi cattivi pensieri? È davvero un peccato non poter parlare solo di musica, e commentare uno spreco di talento di simili proporzioni.

Da mesi, tra l’altro, si parla di un concerto di Kanye West in Italia, e ogni tanto le voci tornano. Voi ci andreste? Io, nonostante sia un grande estimatore della sua musica, visti gli ultimi sviluppi sarei molto combattuto.

Questo testo è tratto dalla newsletter Musicale.

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