Dato che da qualche giorno ormai siamo tutti rientrati alla base dopo le vacanze, ho pensato di fare il punto su quello che ci aspetterà nei prossimi mesi. Il 2025 si preannuncia come un anno interlocutorio, dal punto di vista sia delle uscite discografiche sia dei concerti e dei festival. Non ci sono grandissime cose in vista, a meno di sorprese, ma ci sono almeno quattro o cinque album che sono curioso di ascoltare e qualche concerto che non voglio farmi scappare. Un paio di cose vanno dette anche sull’industria musicale, perché il 2025 potrebbe essere un anno diverso dagli altri, soprattutto per la musica dal vivo.

Gli album più attesi

Tra i dischi più interessanti in arrivo tra pochi giorni ci sarà Hurry up tomorrow di The Weeknd (31 gennaio, l’artista ha rinviato l’uscita in solidarietà con la città di Los Angeles, colpita dall’inizio del mese dagli incendi), che segna il ritorno di una delle popstar più interessanti degli ultimi anni. Lo stesso giorno arriverà anche The bad fire dei Mogwai e Eusexua di Fka Twigs, un nome sempre in testa alle preferenze delle riviste di settore che personalmente non mi ha mai convinto.

Il mese successivo Sharon Van Etten lancerà il suo nuovo progetto, Sharon Van Etten & the Attachment Theory (7 febbraio). Il 28 febbraio uscirà invece Nothing, il nuovo disco dei Darkside di Nicolas Jaar. Lo stesso giorno è prevista la pubblicazione di Tears of injustice di Mdou Moctar, versione riarrangiata in chiave acustica del precedente Funeral for justice.

Spostiamoci a marzo. Sono curioso di ascoltare il nuovo lavoro solista di Hamilton Leithauser (The side of the island, 7 marzo), al quale il cantante ha lavorato otto anni e si è fatto aiutare da Aaron Dessner dei National. Lo stesso mese arriverà Night life, che segnerà il ritorno degli Horrors.

Per il 21 maggio è atteso The right person will stay, il decimo album di una delle più grandi cantautrici statunitensi in circolazione, Lana Del Rey.

Queste sono le uscite di cui abbiamo notizie certe, ma ce ne sono altre che molto probabilmente arriveranno entro fine anno. Per esempio il nuovo album di Rosalía, decisa a tornare al più presto con il successore di Motomami. Anche Lady Gaga si farà presto viva con brani inediti, dopo aver pubblicato il singolo Disease. Il 2025, inoltre, potrebbe essere finalmente l’anno di due dischi rap molto attesi e rinviati più volte: Don’t be dumb di A$AP Rocky e I am music di Playboi Carti.

Anche la popstar Chappell Roan, che ha sorpreso tutti con il suo successo nel 2024, potrebbe pubblicare musica inedita, così come i Massive Attack (hanno un disco già pronto fermo per motivi contrattuali), Erykah Badu, gli Lcd Soundsystem, i Pulp (la firma del contratto con la Rough Trade è un segnale) e gli xx, che hanno promesso di tornare il prima possibile a fare musica insieme.

Chiudiamo un punto interrogativo: Taylor Swift starà ferma? Probabilmente no. Forse arriverà qualche nuovo brano o una nuova Taylor’s version di un disco del passato. Secondo i fan della cantante quest’anno sarà il turno della riregistrazione di Reputation.

Giocare d’anticipo

La musica dal vivo continua a cambiare, non necessariamente in meglio: la concorrenza è tanta, e le cose non possono andar bene per tutti. I concerti vengono annunciati sempre più in anticipo, come ha ricordato il Guardian in un articolo uscito nei giorni scorsi. Stadi e palazzetti ormai si prenotano due anni prima, e i festival si affrettano ad annunciare le loro line up per vendere più biglietti possibili. Il Primavera sound di Barcellona, per esempio, ha svelato il suo cartellone a ottobre invece che a gennaio. Secondo diversi esperti questo succede perché in giro ci sono pochi headliner, cioè grandi artisti in grado di richiamare un pubblico più numeroso: quest’anno saranno popstar come Chappel Roan, Charli XCX e Sabrina Carpenter a monopolizzare molte manifestazioni. Gli headliner sono gli artisti che hanno meno difficoltà ad andare in tour, perché riescono a sostenere i costi degli spostamenti, cosa che i musicisti di medio livello faticano a fare. E se a questo aggiungiamo la maggiore esposizione sui social network, si capisce una cosa: i pesci grossi diventano sempre più grossi, e il divario con tutti gli altri artisti cresce.

I pochi dati a disposizione suggeriscono che nel 2024 i grandi tour sono andati bene, in particolare quello di Taylor Swift. Oggi però gli artisti devono affrontare molte sfide finanziarie, tra cui l’aumento dei costi dei visti negli Stati Uniti, i ritardi nelle consegne delle attrezzature alle frontiere dell’Unione europea e l’aumento dei costi di noleggio di troupe, luci e autobus. Di conseguenza i prezzi dei biglietti sono aumentati, soprattutto con il ricorso al dynamic pricing (quando i prezzi dei biglietti cambiano sulla base della domanda, un po’ come succede con quelli aerei). “Prima un festival costava sessanta sterline a testa, ora ne costa 250 o 300 (tra i 297 e i 356 euro circa)”, ha dichiarato al Guardian la sindacalista Kelly Wood. La tendenza, quindi, è la solita: per i gli artisti più popolari il 2025 sarà un anno da incorniciare (pensate a quanto frutterà la reunion degli Oasis), per tutti gli altri ci sarà da sudare.

Secondo l’associazione di categoria Music managers forum nel 2024 nel Regno Unito chiuderanno 72 festival, alcuni in modo permanente, altri in modo temporaneo. E tanti piccoli locali di musica dal vivo rischieranno di fare la stessa fine.

A tutto questo va aggiunta la crisi della club culture: nel Regno Unito c’è chi pensa che se le discoteche continueranno a sparire a questo ritmo (il 37 per cento negli ultimi quattro anni) entro il 2030 non ci saranno più locali dove ballare nel paese. Perfino Berlino, da tempo considerata la Mecca del ballo in Europa, sta perdendo molti dei suoi club storici, a partire dal Watergate.

E in Italia?

Cosa dobbiamo aspettarci dai concerti nel nostro paese? In controtendenza con l’estero, dalle nostre parti la gran parte degli annunci deve ancora arrivare, e quindi è difficile fare previsioni. Alcune date le conosciamo già: Bruce Springsteen a San Siro (30 giugno e 3 luglio); Billie Eilish a Bologna (8 giugno); Tyler, the Creator a Milano (30 aprile); Mogwai al Locus Festival in Puglia (12 agosto) e Fontaines D.C. (17 giugno a Bologna, 18 giugno a Roma e 19 giugno a Milano).

Quasi sicuri anche i Rolling Stones (29 maggio allo stadio Olimpico di Roma), per i quali manca solo l’ufficialità. E sono pronto a scommettere che anche Nick Cave si farà rivedere dalle nostre parti. Per il resto, dobbiamo aspettare, ma probabilmente entro la fine di febbraio avremo un quadro più completo.

Questo testo è tratto dalla newsletter Musicale.

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