C’è chi dice sia in gravi condizioni dopo un intervento al cuore mal riuscito, chi dice che è già morto e chi sostiene che potrebbe aver contratto il covid-19: la scomparsa di Kim Jong-un dalla scena pubblica alimenta da giorni speculazioni sul suo stato di salute e sull’eventuale successione alla guida della Corea del Nord.

La verità è che non lo sappiamo e finché la conferma, o la smentita, non arriverà da Pyongyang nella forma di un annuncio ufficiale di lutto nazionale o di una foto del leader redivivo, non lo sapremo. Ma è davvero così scontato che verificare una notizia del genere sul leader nordcoreano, per quanto difficile, sia impossibile?

I mezzi d’informazione, a meno che non abbiano soffiate dai servizi segreti, in questi casi hanno capacità limitate, e lo dimostra il circo di speculazioni che da una decina di giorni tiene impegnati gli esperti di Corea del Nord nel mondo.

Ipotesi plausibile
Tutto è cominciato dopo che il leader nordcoreano il 15 aprile non si è fatto vedere alle celebrazioni per il compleanno del nonno Kim Il-sung, fondatore della patria: una delle occasioni più importanti nella liturgia nordcoreana che in otto anni di governo Kim non aveva mai mancato.

DailyNK, sito con sede in Corea del Sud specializzato in affari del Nord, ha riportato per primo l’indiscrezione sull’operazione al cuore che, stando a una fonte anonima, sarebbe avvenuta il 12 aprile. Dato che Kim Jong-un, pur avendo solo 36 anni, è decisamente sovrappeso e fuma molto, l’ipotesi è parsa plausibile.

A rafforzare i sospetti è arrivata la Cnn, che il 21 aprile ha fatto sapere che l’intelligence statunitense stava indagando per verificare la notizia. Quattro giorni dopo, la Reuters ha aggiunto un tassello alla vicenda: secondo quanto appreso da “tre persone a conoscenza dei fatti”, la Cina avrebbe inviato in Corea del Nord un’équipe di esperti, inclusi dei medici.

La Corea del Sud cerca di frenare le speculazioni: non le risulta “nulla di strano” al confine settentrionale

Come il resto del mondo, anche il regime di Pyongyang sta affrontando la pandemia di covid-19 e, anche se ufficialmente all’Organizzazione mondiale della sanità ha comunicato che nel paese non ci sono contagi, è verosimile il contrario. E il fatto che la Cina – l’unico paese che, pur senza grande trasporto, sostiene Kim, e quello con più esperienza della lotta contro il nuovo coronavirus – mandi una squadra di esperti a consigliare il vicino non è poi così strano.

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Il sito 38North, analizzando immagini satellitari, ha individuato il treno di Kim Jong-un a Wonsan, località sulla costa orientale dove, suggerisce qualcuno, Kim potrebbe essere in isolamento per proteggersi dal contagio, o in convalescenza (NKNews fa sapere che anche le imbarcazioni usate di solito da Kim sono state avvistate a Wonsan).

A cercare di frenare le speculazioni è intervenuta la Corea del Sud, a cui non risulta “nulla di strano” a nord del confine. Il 28 aprile il ministro dell’unificazione sudcoreano Kim Yeon-chul ha poi liquidato come fake news l’indiscrezione sull’intervento al cuore e come “poco probabile” la veridicità della notizia data dalla Reuters.

Ma proprio lo scarso livello di penetrazione al Nord dell’intelligence sudcoreana è sotto accusa. Giustamente l’Associated press fa notare che l’incertezza sulle sorti di Kim e il rincorrersi di notizie non verificabili sul suo stato di salute non fa che sottolineare i limiti dei servizi segreti di Seoul, incapaci di dire con certezza dove sia Kim e come stia.

A Seoul i progressisti accusano i governi passati, guidati dai conservatori, di aver limitato gli scambi diplomatici e commerciali e gli aiuti con il Nord riducendo al minimo le fonti di informazioni qualificate, mentre i conservatori accusano il governo di Moon Jae-in, fautore nella linea morbida con Pyongyang, di aver ridimensionato le attività di spionaggio. Ma saperlo, ricorda l’Ap, è importante perché se a causa dell’incertezza il processo decisionale a Seoul dovesse impantanarsi, potrebbero guadagnare terreno i sostenitori della linea dura emersi dopo il fallimento del secondo summit tra Kim e Donald Trump a Hanoi nel febbraio 2019 .

Il presidente statunitense dice di sapere in che condizioni si trovi Kim ma di non poterlo rivelare. Forse presto lo sapremo anche noi.

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