Quante persone vanno in vacanza all’estero?
Il turismo è in crescita. Nel 2018, nel mondo, è stato registrato il numero record di 1,4 miliardi di persone in viaggio, secondo l’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto), una crescita del 6 per cento rispetto al 2017. Questo non significa che 1,4 miliardi di persone hanno viaggiato all’estero per le vacanze, poiché molte di loro hanno fatto più di uno spostamento.
Ma significa che il turismo ha un ruolo sempre più importante nell’economia globale. Nel 2018 ha generato circa 17mila miliardi di dollari, ovvero circa il 2 per cento del pil globale. Persino l’Unwto fatica a tenere il ritmo, dato che i numeri attuali sono decisamente superiori alle attese.
Nel 1950 i viaggi turistici erano stati 25 milioni, diventati 166 milioni nel 1970, e 435 milioni nel 1990.
L’arrivo delle compagnie aeree a basso costo ha facilitato gli spostamenti, permettendo ai passeggeri di viaggiare dall’aeroporto Stansted di Londra a Düsseldorf per appena 7,99 sterline. Per molti londinesi è meno di quanto gli costi andare e tornare dal lavoro ogni giorno.
Nikodem Szumilo, professore associato di economia e finanzia degli ambienti edificati presso lo University college London (Ucl), sostiene che la crescita del settore turistico globale sia dovuta in parte a quella dei servizi digitali. “Lo sviluppo più recente del mondo digitale è stato una piccola rivoluzione delle recensioni e delle prenotazioni online che ha ridotto i prezzi ma aumentato la soddisfazione”, dice. “Questo significa che più persone viaggiano più spesso”.
Quali sono le destinazioni più popolari?
Secondo l’Unwto, quattro quinti dei turisti viaggiano all’interno del loro paese. In continuità con una tradizione di lunga data, l’Europa guida la classifica dei viaggi all’estero: nel 2018 ha accolto 713 milioni di visitatori.
Su scala globale il primo paese è la Francia, seguita da Spagna, Stati Uniti, Cina e Italia. Il Regno Unito è il settimo paese più visitato al mondo.
Altre regioni si stanno affermando come mete turistiche. Lo scorso anno i viaggi in Africa del nord sono saliti del 10 per cento, e con l’aumento della domanda di destinazioni non convenzionali è aumentato il turismo in Africa subsahariana e in Medio Oriente.
Nel 2018 Uber ha stilato una classifica delle destinazioni più visitate dai suoi utenti nel mondo. L’Empire state building di New York è al primo posto, seguito dalla Freedom tower, nella stessa città, e dalla Cn tower di Toronto. L’arco di Trionfo e la torre Eiffel di Parigi completano le prime cinque posizioni.
Buckingham palace, l’unica attrazione britannica nelle prime 15 posizioni, è risultata settima, davanti al muro di Berlino, al Vaticano, a Disneyland e alle piramidi d’Egitto.
E quindi quale paese fornisce il più alto numero di visitatori?
Il numero di turisti prodotti da un paese tende a essere legato al suo reddito e alla sua popolazione.
La crescita economia della Cina ha causato un aumento consistente del turismo internazionale, facendo della popolazione cinese quella con il più ampio numero di turisti al mondo. Nel 2017 i turisti cinesi hanno effettuato 143 milioni di viaggi all’estero. Dopo di loro ci sono i tedeschi (92 milioni), gli statunitensi (87,9) e i britannici (74,2).
Secondo l’istituto nazionale di statistica, il numero dei viaggi all’estero dei cittadini del Regno Unito è costantemente superiore a quello dei non britannici che visitano il paese. Le destinazioni preferite rimangono Spagna, Francia e Italia. Tre viaggiatori britannici su quattro sono rimasti all’interno dell’Ue, ma gli Stati Uniti sono stati la loro quarta destinazione più visitata lo scorso anno.
Il numero di turisti russi è cresciuto del 16 per cento nel 2018. Anche i francesi e gli australiani sono degli attori sempre più importanti, con un aumento rispettivamente del 10 e del 9 per cento.
Sole, cultura, posti di lavoro, crescita: c’è qualcosa di negativo?
In realtà sì. Eccessivo affollamento, aumento dei prezzi immobiliari, carovane di addii al celibato che infestano le capitali europee con corone a forma di pene in testa: esiste un lato oscuro del turismo.
Le destinazioni più visitate di tutto il mondo soffrono sotto il peso del turismo eccessivo, che minaccia di distruggere l’ambiente e danneggiare le comunità locali.
I turisti fanno un grande consumo di plastica monouso che inquina le spiagge e minaccia la biodiversità, ed è noto che in passato i cacciatori di souvenir hanno spezzato pezzi di corallo in via d’estinzione per portarseli a casa come ricordo.
Se traffico e affollamento sono effetti secondari ben documentati del turismo, Szumilo sostiene che anche l’intensa pressione sugli ospedali e sui trasporti pubblici da parte dei turisti possano mettere a dura prove le risorse, rendendo i servizi pubblici indisponibili per gli abitanti del luogo. Szumilo sottolinea l’impatto delle case affittate ai turisti sulle comunità locali. Spesso vuote per buona parte dell’anno, le seconde case possono ridurre l’offerta per gli abitanti del luogo, limitare la crescita economica e aumentare il prezzo degli alloggi.
“Quando parliamo di viaggi e turismo, pensiamo a spiagge, villaggi turistici e paesaggi iconici”, dice Marina Novelli, docente di turismo e sviluppo internazionale all’università di Brighton. “Tendiamo a non pensare alla politica degli spazi, alla giustizia sociale, all’uguaglianza di genere, alla lotta alla povertà, alla gestione ambientale o all’impatto che le epidemie o i conflitti potrebbero avere sulle nostre destinazioni”.
Di chi è la colpa?
Secondo Claudio Milano, della scuola di turismo Ostelea, il fenomeno dell’eccesso di turismo deriva in parte dall’aumento della mobilità globale. L’aumento dei viaggi transnazionali ha causato l’aumento di studenti stranieri, lavoratori migranti, proprietari di seconde case e perfino di giornalisti che lavorano all’estero. Sottolinea inoltre il ruolo del neoliberismo, che secondo lui sta trasformando le città da “luoghi in destinazioni”.
Parte della colpa è stata attribuita anche alla crescita delle app d’affitto a breve termine. Il mese scorso dieci città europee hanno inviato una lettera congiunta all’Ue chiedendo un aiuto nella loro battaglia contro Airbnb. Da tempo l’azienda riceve critiche per il suo ruolo nella penuria di case, nell’aumento dei prezzi degli alloggi e per l’allontanamento degli abitanti del luogo.
Cosa stanno facendo i diversi paesi al riguardo?
Il mese scorso la pittoresca città di Bruges ha annunciato che avrebbe smesso di reclamizzare le gite di un giorno, limitato il numero di navi da crociera autorizzate ad attraccare nelle vicinanze e cambiato gli orari d’attracco per diminuire l’affollamento del fine settimana.
Questa città, inclusa nel patrimonio mondiale dell’Unesco, ha avuto un aumento del 28 per cento del turismo negli ultimi due anni. Il sindaco Dirk De Fauw dubita che la città possa resistere all’aumento del numero dei turisti. “Dobbiamo controllare di più gli afflussi se non vogliamo che Bruges diventi una Disneyland a tutti gli effetti”, dice.
Nel 2018 un’altra città patrimonio mondiale dell’Unesco, Dubrovnik, ha annunciato alcune limitazioni alle navi da crociera. A causa dell’eccessivo affollamento nei suoi antichi vicoli, sono state poste limitazioni anche ai tavoli all’aperto, ed è stato inasprito il trattamento nei confronti dei venditori di strada che servono le folle di turisti.
Sulle orme di una destinazione popolare come Maiorca, Roma – che accoglie 15,2 milioni di turisti ogni anno – ha annunciato alcune limitazioni ai comportamenti dei turisti, come un giro di vite sull’ubriachezza e il disturbo della quiete pubblica, e il divieto di circolare a torso nudo.
Dopo aver provocato danni strutturali a pittoreschi ponti di tutto il mondo, anche i lucchetti dell’amore, attaccati dalle coppie d’innamorati, sono oggetto di nuove regole. Sui ponti di Parigi sono già cominciate le rimozioni. Il vicesindaco ha affermato che i lucchetti “rovinano l’estetica del ponte, ne mettono in pericolo la struttura e rischiano di provocare incidenti”.
Tutto questo, però, potrebbe non essere sufficiente. Milano sostiene che per cambiare in maniera significativa il settore turistico, bisogna prima mutare la lettura che ne facciamo. “Il turismo generalmente è misurato solo in base al numero di arrivi dall’estero, ma servono nuovi indicatori e una nuova serie di misurazioni”, dice. “Per esempio, nelle nostre industrie turistiche esiste l’uguaglianza di genere? Perché i dirigenti sono sempre uomini? I posti di lavoro nel turismo garantiscono una paga dignitosa? Cosa ne è della vivibilità per gli abitanti del luogo? Sono interrogativi di natura politica, legati al modo in cui definiamo e intendiamo il turismo”.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian.
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