Come distinguere un’influenza da un’infezione da sars-cov-2? Febbre, dolori, fatica, tosse… Molti sintomi sono identici. La paura è che circolino contemporaneamente il sars-cov-2, il virus influenzale e altri virus invernali, “con il rischio di saturare il sistema sanitario, già messo a dura prova dall’epidemia di covid-19”, sottolinea Daniel Floret, vicepresidente della commissione tecnica per le vaccinazioni dell’alta autorità sanitaria (Has) francese. Sempre più voci invitano quindi a incoraggiare la vaccinazione contro l’influenza stagionale, quest’anno ancora più del solito. La campagna dovrebbe cominciare a metà ottobre.
Il fardello è pesante. In Francia ogni inverno tra i due e gli otto milioni di persone sono colpite dall’influenza, che ha provocato tra le ottomila e le quattordicimila vittime annuali negli ultimi tre anni. Durante l’epidemia della stagione 2018-2019, giudicata d’intensità “moderata”, sono stati registrati non meno di 65.600 passaggi al pronto soccorso, più di 10.700 persone sono state ricoverate per sindromi influenzali, e più di 1.890 in condizioni gravi sono state ammesse in terapia intensiva, secondo l’agenzia di sicurezza sanitaria Santé publique France (Spf). Il rischio è anche quello di sovraccaricare gli studi medici. “L’obiettivo è vaccinare le persone che possono sviluppare delle complicazioni, per non riempire gli ospedali nel momento in cui avremo bisogno di posti letto”, riassume il medico di famiglia Serge Gilberg.
Invito alle vaccinazioni
Tanto più che in Francia l’epidemia di covid-19 non sembra diminuire. Secondo il rapporto epidemiologico di Spf del 3 settembre, nella settimana tra il 24 e il 30 agosto sono stati identificati 36.785 casi, con un aumento del 32 per cento rispetto alla settimana precedente. Le vittime totali della malattia sono state 30.661.
In questo contesto varie istituzioni hanno suonato il campanello d’allarme, invitando a un’urgente diffusione della vaccinazione contro l’influenza stagionale. Già il 13 maggio l’accademia di medicina raccomandava di “rendere obbligatoria la vaccinazione antinfluenzale per tutto il personale medico e sociale in contatto con le persone vulnerabili, in particolare nelle rsa, nelle istituzioni, negli ospedali e nelle scuole materne”, oltre all’obbligo, per i medici, “di proporre la vaccinazione antinfluenzale a tutte le persone che si presentavano per un consulto”. Il 19 agosto sette società scientifiche che si occupano di pediatria hanno pubblicato una lettera aperta, nella quale invitano i genitori a far vaccinare i loro figli contro l’influenza e il rotavirus, responsabile della gastroenterite tra i più piccoli.
Le popolazioni soggette a forme gravi sono perlopiù le stesse per entrambe le infezioni
Sollecitata dal ministero della sanità, la Has ha fornito le sue conclusioni il 20 maggio, nelle quali insiste sull’“importanza di aumentare la copertura vaccinale delle categorie di persone più colpite”, senza però rendere obbligatorio per tutti il vaccino. “Il particolare contesto legato alla pandemia di covid-19 rende questa vaccinazione ancor più importante, poiché le popolazioni soggette a forme gravi sono perlopiù le stesse per entrambe le infezioni”, ha risposto via email il ministero della sanità.
Il bacino interessato è ampio: persone con più di 65 anni, che hanno problemi cardiovascolari, o che soffrono d’insufficienza respiratoria, bronchite cronica, asma, diabete, disturbi neurologici e simili, oltre ai professionisti della sanità. Si tratta di più di 12 milioni di persone che godono di copertura sanitaria, e che sono “invitate” a farsi vaccinare gratuitamente dal sistema sanitario e in particolare, come accade da qualche tempo, dai loro farmacisti. Sono interessati anche i contatti stretti delle persone a rischio (per esempio immunodepresse o sottoposte a chemioterapia). Qualora queste non ricevano automaticamente un documento che le invita a farsi vaccinare, “i medici di famiglia possono prescrivergli il vaccino”, precisa il professor Serge Gilberg.
“Queste persone a rischio devono più che mai farsi vaccinare. La cosa vale anche per i bambini con patologie gravi”, insiste il professor Daniel Floret. La cosa trova d’accordo Serge Gilberg: “Allo stato attuale, non è necessario aggiungere indicazioni, ma quest’anno invito ancora più del solito le persone a rischio a farsi vaccinare contro l’influenza. Sembra che ci sia un’adesione all’idea anche tra le persone solitamente reticenti, per non dire ostili”.
Poca copertura tra il personale sanitario
La posta in gioco è alta perché la copertura vaccinale antinfluenzale rimane bassa, molto al di sotto dell’obiettivo del 75 per cento fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Nel 2019, in Francia, solo il 46,8 per cento della popolazione a rischio di forme influenzali gravi risultava vaccinata. Anche il personale sanitario rimane esitante, con una copertura vaccinale totale per la categoria del 35 per cento: 68 per cento tra i medici, 50 per cento tra le ostetriche, 36 per centro tra gli infermieri e 21 per cento tra gli altri operatori sociosanitari.
“Eppure il vaccino è più che raccomandato anche per il personale medico, per proteggere i loro pazienti, a maggior ragione nei reparti sensibili dove si trovano persone immunodepresse o bambini prematuri, nelle rsa e così via”, insiste Sylvie van Der Werf, responsabile del centro nazionale per i virus respiratori presso l’istituto Pasteur. “Più le persone saranno vaccinate, meno ci sarà confusione, anche se delle infezioni simultanee, sebbene rare, non possono essere escluse”. Come spiegare percentuali di adesione così poco elevate? “Molti ritengono che l’influenza sia una malattia benigna, il che in parte è vero, e soprattutto circolano false informazioni sugli effetti indesiderati. In realtà questo vaccino è estremamente ben tollerato e non contiene coadiuvanti”, spiega Daniel Floret.
Altro motivo d’esitazione è la scarsa efficacia di questo vaccino, che si aggira intorno al 60-65 per cento, a seconda delle epidemie e della corrispondenza tra i ceppi inseriti nella formula scelta e quelli che effettivamente circolano. Un fenomeno ancor più marcato tra gli anziani, il cui sistema immunitario risponde con minore efficacia.
“In termini di pubblica sanità, l’idea dell’inefficacia, spesso invocata dal personale sanitario che rifiuta di farsi vaccinare, non regge”, dice la virologa Astrid Vabret (della Chu di Caen), favorevole all’obbligo del vaccino per i professionisti che lavorano a contatto con le persone fragili. “L’obbligo del vaccino contro l’epatite b per il personale medico non pone alcun problema”, ricorda. Inoltre “alcuni dati mostrano che il fatto di essere vaccinati riduce la gravità della malattia anche quando si è infettati”, spiega Sylvie van Der Werf.
Una possibile penuria di dosi
Di fronte a questo doppio fronte, costituito da covid-19 e influenza, le autorità di vari paesi, preoccupate, hanno già effettuato importanti ordinazioni per essere in grado di vaccinare le loro popolazioni. Al punto che una penuria di vaccini appare inevitabile. “Tutti i produttori faranno il massino, ma penso che la domanda sarà superiore alle forniture che saremo in grado di offrire”, prevede Vincent Hingot, direttore delle operazioni industriali di Sanofi Pasteur. Primo produttore di vaccini antinfluenzali al mondo, con circa il 40 per cento di quota di mercato, Sanofi Pasteur vende ogni anno tra i 200 e i 220 milioni di dosi. Per tenere testa all’aumento della domanda, il gruppo prevede di aumentare questo volume del 15-20 per cento.
Per riuscirci, quest’anno Sanofi Pasteur ha avviato molto presto la sua produzione, mettendo in coltura i ceppi che, secondo i suoi dati, hanno più probabilità di circolare, e senza aspettare le raccomandazioni dell’Oms di fine febbraio. Il periodo di produzione, normalmente di sei mesi, sarà eccezionalmente prolungato. “Le ultime dosi arriveranno un po’ più tardi sul mercato ma, nel contesto del covid-19, sarà comunque molto utile per i pazienti e la sanità pubblica”, sottolinea Vincent Hingot, il quale ritiene che i vaccini potranno uscire dagli impianti di produzione fino a novembre.
Quali saranno i criteri di ripartizione di queste dosi? “I paesi faranno le loro richieste e gli saranno comunicate le dosi che siamo in grado di fornire, cercando di ripartirle nella maniera più precisa possibile”, spiega Vincent Hingot, senza specificare ulteriormente. Quest’incertezza spaventa le autorità francesi, che pensano a diversi scenari possibili, con l’obiettivo di riuscire a vaccinare tutte le persone che vorranno farlo. Potrebbero essere importati alcuni vaccini oggi non venduti in Francia, tra cui alcuni ad alto dosaggio per le persone anziane, oltre che un vaccino specifico per i bambini, spiega un esperto.
Nell’attesa, il ricorso a comportamenti in grado di arginare il covid-19 avrà un impatto sicuro e significativo anche sulla diffusione dell’influenza, come hanno evidenziato vari studi che mostrano la riduzione della trasmissione di virus respiratori. Durante la pandemia d’influenza A (H1N1) nel 2009, l’epidemia del virus respiratorio sinciziale (Vrs) – all’origine della bronchiolite nei bambini di meno di due anni, e che emerge sempre nello stesso momento – era stata ritardata e attenuata.
“L’epidemia provocata dal sars-cov-2 sembra aver fortemente diminuito quella dell’influenza nell’emisfero sud”, suggerisce Sylvie van Der Werf, ma è necessario disporre di dati più certi per affermarlo con certezza. Nei paesi dell’emisfero sud, dove è attualmente inverno, il virus dell’influenza ha smesso quasi del tutto di circolare. Tra il 3 e il 23 agosto, su circa duecentomila campioni esaminati, 58 erano positivi al virus dell’influenza, secondo la rete dell’Oms. L’anno precedente, nello stesso periodo, erano più di ottocento.
Ma attenzione, avverte la specialista, “la cosa non dà alcuna indicazione certa su quel che succederà quest’inverno nell’emisfero nord. Occorre essere ancor più vigili sugli altri virus respiratori, come quello dell’influenza. E la vaccinazione antinfluenzale è uno degli strumenti a nostra disposizione”.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è uscito sul quotidiano francese Le Monde.
Anche in Italia il governo ha modificato le linee guida per la vaccinazione antinfluenzale, raccomandando di “anticipare le campagne di vaccinazione a partire dall’inizio di ottobre e di offrirle ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione”, dice in una circolare il ministero della salute. “La vaccinazione antinfluenzale può essere offerta gratuitamente nella fascia d’età 60-64 anni”, mentre fino a oggi la gratuità valeva per chi aveva superato i 65. Per quanto riguarda il personale sanitario e socio-sanitario che lavora a contatto con i pazienti e gli anziani in strutture residenziali o di lungo degenza, “la vaccinazione è fortemente raccomandata nella prospettiva di una iniziativa legislativa che la renda obbligatoria”.
Altre categorie per le quali la vaccinazione antinfluenzale stagionale è raccomandata e offerta gratuitamente sono:
- tutti i soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza;
- familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze;
- lavoratori in settori d’interesse collettivo, come i vigili del fuoco o la polizia;
- lavoratori a contatto con gli animali, che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani;
- donatori del sangue;
- donne incinte.
Per intervenire con maggiore rapidità in vista dell’autunno, bisognerebbe sapere, ha osservato Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova “quanti vaccini, che vanno prenotati tra aprile e maggio, sono stati ordinati dalle nostre Regioni. Nessuno lo sa”. In realtà, continua il Sole 24 Ore, “qualche numero filtra. Il Piemonte ha ordinato 1,1 milioni di dosi. E secondo quanto riferito dall’assessorato alla Salute, che coordina gli assessori alla salute in conferenza Regioni, tutte le Regioni hanno fatto la gara per ordinare i quantitativi necessari. Ma in alcuni casi, Abruzzo, Molise, Basilicata, la gara è andata deserta e dovrà essere rifatta”.
Al momento in Italia sono disponibili la vaccinazione di tipo trivalente che contiene 2 virus A (H1N1 e H3N2) e un virus B e il tipo quadrivalente che contiene 2 virus A e 2 virus B, spiega Scienza in rete, in un articolo che analizza l’iniziativa del ministero.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it